Fracassi (Assobiomedica): “Ingerenza politica ostacola la ripresa”
È questa l’accusa lanciata, questa mattina a Roma, dal presidente dell’Associazione imprenditoriale di Confindustria, all’interno del convegno “Industria al servizio della salute: quali prospettive per lo sviluppo e la sostenibilità?”. Per Fracassi il sistema sanitario italiano “è, e resterà malato, se continuerà da solo a decidere, monitorare ed operare sul territorio senza delegare alle imprese che possono garantire l’offerta migliore al prezzo più competitivo”.
24 MAR - “Le Regioni che spendono di più sono le stesse che erogano prestazioni ai cittadini di livello più basso. La politica sa bene per quale motivo avviene tutto ciò. Il sistema sanitario di questo Paese è, e resterà malato, fino a quando a decidere, controllare e operare sul territorio sarà solo la politica, senza lasciare libertà di movimento a quelle aziende che potrebbero offrire servizi migliori a prezzi più competitivi”. Questo l’intervento di apertura del
presidente di Assobiomedica, Angelo Fracassi, durante il convegno “Industria al servizio della salute: quali prospettive per lo sviluppo e la sostenibilità?”, tenutosi questa mattina a Roma presso la biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”.
Fracassi ha poi spiegato come le denunce dei ritardi sui pagamenti alle aziende da parte delle strutture pubbliche, “le portiamo avanti da decenni non per un mero interesse personale, ma anche perché erano la spia di un sistema in crisi e non più efficiente. Siamo arrivati per questo ad appellarci anche alla Corte europea”. Buona parte delle imprese – ha sottolineato Fracassi – sono arrivate a ritenere ormai questi crediti, che ammontano a circa 40 miliardi di euro, come “crediti inesigibili”. “Occorre ridare liquidità alle imprese – ha concluso - e sostenere con investimenti l’innovazione, sia per uscire da questa crisi, sia per offrire ai cittadini servizi efficienti e all’avanguardia”.
Presente all’incontro anche
Michele Saccomanno, membro della Commissione igiene e sanità del Senato, che ha parlato del 2010 come “l’anno della presa di coscienza della grave situazione che investe la sanità italiana”. Tra le criticità alle quali dover porre rimedio, il senatore ha indicato “la necessità dell’istituzione di un osservatorio epidemiologico che sia in grado di rilevare il fabbisogno standard a livello territoriale”. “Fino ad oggi – ha proseguito – abbiamo parlato solo di costi standard, è arrivato il momento di codificare anche il fabbisogno e le eccellenze del nostro Paese”.
Dello stesso parere anche
Raffaello Vignali, vicepresidente della Commissione attività produttive della Camera, che ha sottolineato la difficoltà nel “calcolare” questo “fabbisogno standard”. Discorso diverso invece quello sui costi standard. In questo caso, “è emblematico il modello Lombardia, il cittadino deve essere libero di poter scegliere dove farsi curare, in un contesto di mercato regolato, e con un sistema pubblico che concede accreditamenti unicamente in base alla qualità”. Secondo Vignali questo è un metodo efficace per “elevare la qualità del sistema pubblico”. Tornando poi sul tema dei debiti pubblici nei confronti delle aziende, Vignali ha concluso sottolineando come “pagare in ritardo non è solo arrecare un danno all’impresa, ma anche allo stesso sistema pubblico perché si finisce per pagare di più e creare dunque uno spreco di risorse”.
G.R.
24 marzo 2011
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