Se la Asl “fa” la farmacia. Giacomelli (Fofi Toscana): “E’ opportuno risparmiare ma deve prevalere la qualità del servizio”
L’Asl di Firenze ha avviato un progetto, in accordo con i medici di base, per fornire a domicilio i farmaci ai malati cronici. “Una prima lettura ci lascia estremamente perplessi”, ci ha detto Andrea Giacomelli (Fofi Toscana). “Emerge subito una domanda: chi consegnerà le medicine all’assistito? Quale competenza a fronte di domande che sempre il paziente ci pone, all’atto della dispensazione del farmaco?”.
24 MAR - L’Asl di Firenze, con una iniziativa probabilmente proposta anche in altre province, ha raggiunto un accordo con la Fimmg affinché i medici di medicina generale segnalino direttamente alla Asl i pazienti cronici in multiterapia, con elevata spesa annua, cui inviare direttamente le medicine a domicilio. La quantità consegnata dovrebbe essere per una terapia addirittura di tre mesi! Lo scopo, dichiarato dalla Asl è quello di venire incontro ai cronici in multiterapia che hanno difficoltà fare la spola tra casa e farmacia; l'intento è tutto rivolto al risparmio: i farmaci passati dal servizio domiciliare, infatti, sono quelli del Pto (Prontuario terapeutico regionale), che l’Asl acquista con gare centralizzate per Area vasta in cui si parte da uno sconto minimo del 50%. Abbiamo chiesto ad Andrea Giacomelli, delegato Toscana per la Fofi cosa ne pensa di questa nuova iniziativa.
Dr. Giacomelli, ci troviamo di fronte ad un nuovo servizio per i cittadini o ad una logica di risparmio?
“Al di là di ciò che si dice questa è una manovra solo tesa al risparmio che accampa finalità di servizio, in quanto le farmacie attuano già con un compenso minimo a pezzo, una distribuzione capillare al cittadino dei farmaci acquistati dalle ASL alle condizioni cui sopra.”.
Quali problematiche potrebbe portare quest’iniziativa?
“In primis non è chiaro il percorso del farmaco e le garanzie che il nuovo servizio è in grado di offrire. Sicuramente si bi-passa la farmacia territoriale da sempre punto di riferimento per i cronici non solo per il ritiro dei farmaci, ma per tutta una serie di consigli e di prestazioni anche di natura sociale nel rapporto con il farmacista di fiducia”.
Le farmacie possono permettersi di perdere di perdere questa fetta di mercato?
“Se si vuole confinare la farmacia in una attività residuale nella dispensazione del farmaco, limitata al fine settimana, notturno domenicale eccetera, impoverita dei servizi da sempre resi al cittadino, si può procedere su questa strada; se invece si vuole una farmacia in grado di erogare ulteriori servizi e sempre più efficiente per la qualità degli stessi, si deve ovviamente entrare in altro concetto, e questo credo sarebbe veramente nell’interesse dei cittadini. Non si può pensare di comprimere la spesa farmaceutica perché è quella che si può più facilmente colpire: parole di Direttore Generale……..”.
24 marzo 2011
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