Allarme udito, l’ipoacusia colpisce 100mila bambini in Italia
A lanciarlo la Federazione logopedisti italiani e il Coordinamento dei logopedisti europei che, con lo slogan “(Lo) senti chi parla?”, celebrano il 6 marzo la giornata europea della logopedia. Per l'occasione, dal 7 all'11 marzo, saranno condotte Iniziative informative e formative per contrastare la patologia su tutto il territorio nazionale.
03 MAR - L’Ipoacusia colpisce indifferentemente in tutte le età. Ma se in quelle più avanzate questa patologia - congenita nell’80% dei casi, e determinata da una lesione della coclea, l’organo sensoriale dell’udito - si può considerare come fenomeno fisiologico dovuto al naturale invecchiamento, in quelle pediatriche e dell’adolescenza non può essere sottovalutato. Colpisce il 2% dei bambini tra i 4 e 12 anni, ed è presente nel 4% della popolazione tra i 13 e i 45 anni. Ogni anno nascono oltre mille i bambini con sordità congenita e complessivamente i bambini coinvolti da 0 a 14 anni sono circa 100 mila. Diagnosi precoce e riabilitazione logopedica possono fare la differenza.
Per questo la Federazione logopedisti italiani e il Coordinamento dei logopedisti europei (Cplol), in occasione della giornata europea, il 6 marzo prossimo, dedicata quest’anno all’ipoacusia infantile e adolescenziale, con lo slogan “(Lo) senti chi parla?” lanciano una serie di iniziative informative e formative su tutto il territorio nazionale per contrastarle il disturbo. Una patologia che, se non adeguatamente gestita, può essere causa di difficoltà comunicative e relazionali e interferire sulla qualità di vita di chi ne è colpito. Tra le iniziative che saranno condotte: l’attivazione in molte Regioni di un filo diretto con un Logopedista che potrà fornire utili consigli; la pubblicazione di opuscoli informativi, e l’apertura di info points presso strutture sanitarie e nelle piazze. Per avere informazioni, dal 7 all’11 marzo dalle 10 alle 12, basterà chiamare lo 049/8647936 o inviare inviare una e-mail all’indirizzo
info@fli.it (Tutte le informazioni saranno comunque disponibili sul sito dei logopedisti:
www.fli.it).
Sono tre le regole per individuare una sospetta ipoacusia
1 - Il bambino non si gira quando è chiamato?
2 – Il bambino non alza il capo a rumori improvvisi o estranei?
3 - C’è un ritardo nella lallazione o nella comparsa delle prime parole?
Anche il genitore osservando il proprio bimbo nella quotidianità, spiegano gli specialisti, può individuare i segni di un difetto d’udito. In caso di dubbio, su consiglio del pediatra, sarà utile iniziare uno specifico percorso diagnostico: accanto a esami strumentali e a visite specialistiche per valutare l’apparato uditivo e misurarne la capacità, verrà effettuato un bilancio logopedico delle abilità comunicative.
“Negli anni – ha spiegato Tiziana Rossetto, presidente Fli – lo screening prenatale e neonatale (compresa l’esecuzione delle otoemissioni acustiche effettuate in molti nidi ospedalieri) ha permesso di identificare e inviare a una diagnosi precoce molti bambini affetti da sordità alla nascita e di iniziare un tempestivo percorso educativo e riabilitativo. Naturalmente – ha proseguito Rossetto – solo alla conferma di diagnosi di sordità, e in base alle caratteristiche del singolo caso, gli approfondimenti specialistici saranno fondamentali per scegliere i rimedi utili (uso della protesi o posizionamento dell’impianto cocleare) e per programmare l’intervento riabilitativo logopedico ed il percorso educativo e scolastico più idoneo. Certo è che per ogni fascia d’età il logopedista, sia in fase diagnostica che riabilitativa, condurrà il proprio intervento all’interno di un’equipe multiprofessionale, confrontandosi e collaborando con gli altri specialisti che, nello specifico delle proprie competenze, coopereranno per perseguire obiettivi comuni”.
“È certamente utile – ha aggiunto lo specialista Oskar Schindler – segnalare nel dettaglio quanto è previsto entro i 6 mesi di vita: valutazione medica per determinare l’eziologia e disturbi associati, servizi audiologici pediatrici, audiometria comportamentale, monitoraggi. Ma soprattutto è essenziale una eccellente clinica ed una buona organizzazione, ovvero un progetto condiviso e redatto dal team multidisciplinare: un ‘care coordinator’ di riferimento, una rete formale regionale e nazionale, una struttura amministrativa specifica ed adeguata ed un coordinamento dei dati regionale e nazionale”.
03 marzo 2011
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