Manovra sanità. Corcione (Sic): “Riorganizzazione dei servizi e acquisti centralizzati, così si risparmia”
Occorre creare centri d’eccellenza, accorpare strutture non performanti e tagliare doppioni inutili. Soprattutto il chirurgo dovrebbe poter scegliere fra gli acquisti e avere sempre prodotti di qualità, selezionando quelli che ritiene più idonei alla sua condotta ed alla sua esperienza. Queste le indicazioni dei chirurgi italiani, preoccupati per i tagli alla sanità
31 LUG - “Pur essendo stata considerata e per alcuni considerata ancora oggi una delle migliori Sanità pubbliche del mondo, non possiamo non manifestare tutto il nostro disagio nel lavorare in condizioni quasi incompatibili con l’efficienza che un settore così delicato dovrebbe avere. Siamo consapevoli che riorganizzando il nostro sistema sanitario si potranno risparmiare dei soldi, ma sono anni che cerchiamo di far capire invano che il risparmio deve avvenire con una riorganizzazione dei servizi, quindi creazione di centri d’eccellenza, accorpamenti di strutture non performanti, taglio dei doppioni inutili, e altro ancora”.
È quanto ha dichiarato
Francesco Corcione, Presidente della Società italiana di chirurgia che ha espresso la preoccupazione dei chirurghi italiani per le gravi conseguenze che gli ulteriori tagli alla sanità potranno arrecare a una “sanità già traballante”.
Ma non solo, i chirurghi sono anche preoccupati per le ricadute inevitabili che i tagli avranno sull’assunzione di giovani chirurghi e quindi sul perpetrarsi di una situazione ormai cronica: “I giovani che dopo la specializzazione si perdono – ha ricordato il presidente della Sic – e ci fanno perdere intere generazioni nei chirurghi inutilmente formatisi”.
“The last but not least”, Corcione ha espresso le sue serie preoccupazioni sull’efficacia e l’efficienza di un sistema che per risparmiare va a colpire le centrali d’acquisto. “Crediamo fermamente – ha sottolineato – che debba essere il chirurgo, e solo lui, a scegliere i prodotti con i quali andrà ad eseguire un intervento di cui ha direttamente, e solo lui, responsabilità medico legali. La storia della siringa o nel nostro caso, della suturatrice, venduta a prezzi diversi in Regioni diverse, può essere tranquillamente estinta comprando allo stesso prezzo le stesse suturatrici in tutta Italia, retribuendo però le aziende allo stesso modo in tutta Italia. Gli acquisti possono essere centralizzati, regionali o nazionali, a noi non importa: devono però offrire a noi operatori del settore un ventaglio di possibilità e di tecnologia che molto spesso fanno la differenza sul risultato dell’atto chirurgico. Il risparmio – prosegue – potrebbe quindi avvenire con grossi acquisti centralizzati, ma il chirurgo dovrebbe poter scegliere fra questi acquisti ed avere sempre prodotti di qualità, scegliendo quelli che ritiene più idonei alla sua condotta ed alla sua esperienza”.
Ma, si chiede Corcione, “in un’Italia in cui esiste il sistema di retribuzione a Drg non paragonabile ai costi attuali della vita e non aggiornato sulle moderne tecnologie; in un’Italia in cui si fanno investimenti per i giovani specializzandi di circa 150mila euro per sei anni e poi li si abbandona al loro triste destino perché non c’è un sistema di coordinamento; in un’Italia che vuole sempre di più risparmiare perché lo deve fare, costi quello che costi, sarà mai ascoltata la voce di coloro che sono interessati?
In ogni modo, conclude Corcione, “la Sic si dice pronta a collaborare nel pieno rispetto di obiettivi che devono essere comuni e nel trovare formule che possono coniugare l’interesse del governo verso un bilancio da considerare comunque per le esigenze di salute dei cittadini”.
31 luglio 2015
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