Cisl: Approvare i Lea e aprire tavoli tecnici per riformare la sanità
Approvare subito i Lea e convocare tavoli tecnici per riformare la sanità in un’ottica in cui la sfida dev’essere l’umanizzazione del sistema. A queste ricette, illustrate nel corso del convegno 'Riqualificazione della sanita' e diritto alla salute: l'azione della Cisl', l’associazione ha poi avanzato sei proposte a difesa della professione al ministro per la Salute Ferruccio Fazio
04 MAG - “Senza l'approvazione dei Lea - ha sottolineato Pietro Cerrito, segretario confederale responsabile del dipartimento politiche sociali e salute della Cisl - il Patto per la salute resta un provvedimento parziale". Inoltre, secondo Cerrito "sarebbe utile un confronto col ministero, attraverso un tavolo di confronto centrale, per verificare quali risultati si stiano producendo in ciascuna Regione sulla razionalizzazione della spesa sanitaria pubblica. Chiediamo poi al ministro che sul Piano sanitario nazionale 2010-2013, oltre alle necessarie interlocuzioni istituzionali, si faccia promotore di un tavolo di confronto con le Confederazioni sindacali, poiché in esso si indicano obiettivi importanti che hanno serie ricadute sui territori".
L’obiettivo della Cisl è però quello anche di “umanizzare la sanità” e il sindacato ha proposto
sei punti per la difesa delle professioni (vedi allegato) sanitarie non mediche, che orbitano dalla promozione di una "coscienza professionale" invece del concetto di responsabilità degli errori, passando per nuovi modelli organizzativi e una maggiore integrazione delle diverse figure professionali, una gestione omogenea dei rapporti con la sanità privata, il giusto riconoscimento scientifico e contrattuale, fino a un intervento per coprire i buchi di personale, soprattutto guardando alla “mancanza di infermieri".
"Occorre un nuovo impulso allo sviluppo delle professioni di cura - ha detto Giovanni Faverin, segretario generale della Cisl Fp - perché c'è una disattenzione evidente sulle risorse umane, che riguarda soprattutto il mezzo milione di professionisti 'non medici', cioè infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici, fisioterapisti e così via. Si tratta di figure altamente qualificate che, a fronte di un ruolo crescente nei percorsi di salute delle persone, sono minacciate da un lato dall'eccessiva tecnicizzazione e burocratizzazione delle funzioni e dall'altro da uno squilibrio tra il livello delle competenze e il riconoscimento professionale e sociale".
Dapprima la Cisl Fp chiede "una
nuova cornice positiva per la presa in carico della persona, superando il principio di responsabilità degli errori a favore di una coscienza professionale che sostenga il ruolo educativo del personale sanitario". C’è poi la necessità di
trovare "nuovi modelli organizzativi in grado di rispondere alla progressiva differenziazione della carriera gestionale e di quelle più strettamente tecniche, scientifiche e professionali, legate non solo all'evoluzione specialistica, ma anche alla ricerca e alla docenza universitaria e formativa".
Altro tema riguarda la
sanità privata che, ha specificato Faverin, "sta crescendo in modo esponenziale ma eterogeneo nei territori, nei settori d'intervento e per qualità delle prestazioni. L'aspetto critico non è la presenza di strutture private accreditate, quanto piuttosto le loro caratteristiche e la capacità/incapacità delle regioni di governare i sistemi sanitari regionali".
Le
professioni sanitarie, infine "devono avere il giusto riconoscimento scientifico e contrattuale. Ciò deve derivare dal riconoscimento pieno dei titoli formativi raggiunti, ma soprattutto in base a un sistema di accreditamento delle competenze acquisite sul campo e di autoapprendimento". Anche su questo aspetto l'invito al ministro della Salute è quello a sostenere ''attraverso indirizzi specifici, un concetto di formazione più vicino alle reali esigenze dei lavoratori, più adeguato nel riconoscimento delle professionalità, più efficace nel migliorare la qualità delle prestazioni al cittadino''.
L’intervento di Fazio
Sì ai tavoli di confronto "tra ministero e Cisl" cui si auspica si possano unire “anche le altre sigle", perché per fare le riforme è necessario “il massimo dialogo" tra tutti gli attori della sanità. Così ha risposto il ministro della Salute Ferruccio Fazio alle richieste del sindacato guidato da Raffaele Bonanni per riformare la sanità. Riforma che come e più delle altre, ha sottolineato il ministro, ha bisogno di un percorso "condiviso", perché "non si può né gestire né riformare la sanità se non insieme ai cittadini e con la disponibilità delle parti sociali ad andare in una direzione condivisa". Il ministro ha proposto due tavoli "tecnico-politici" e due tavoli tecnici, questi ultimi che si occuperanno "del personale e della formazione e del problema dell'amianto".
Nello specifico, rispetto ai tavoli tecnico-politici, Fazio ha spiegato “che saranno coordinati da responsabili del ministero”. Il primo di questi tavoli per il Ministro dovrà "verificare gli indirizzi programmatici del ministero, dal percorso assistenziale del cittadino al governo dell'appropriatezza; della verifica dello stato di salute delle varie Regioni, i Cup, le liste d'attesa e il processo di informatizzazione della sanità" che dovrebbe realizzarsi "nei prossimi due anni". Questo primo tavolo "potrebbe articolarsi in sub-tavoli specifici a livello regionale per i piani di rientro". Il secondo tavolo tecnico-politico, invece, dovrà affrontare "l'integrazione socio-sanitaria, i fondi integrativi e la non autosufficienza". Si tratta, ha concluso Fazio, di una collaborazione che "dà conforto" che non è "una concessione del ministero nei confronti della Cisl, ma una "disponibilità della Cisl nei confronti del ministero".
Il punto del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni
"Occorre costruire un patto di responsabilità sul Welfare e sulla spesa pubblica: o si procede in tempo di crisi, oppure scuola, sanità e altri servizi essenziali saranno inevitabilmente ridotti". "Bisogna cercare di allearsi con giocatori che vogliano fare una buona partita - ha evidenziato Bonanni - anche perché per l'Europa sta per iniziare un stagione di austerità che servirà o a creare ancora più ingiustizie, o a spazzare vie inefficienze, ruberie e disordini". Bonanni ha concluso sottolineando poi che "giustizia fiscale e ristrutturazione della spesa sociale sono due facce della stessa medaglia".
L.F.
04 maggio 2010
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