Osteopatia. Il Roi presenta al Ministero della Salute 26mila firme per riconoscimento professione
La presidente del Registro degli Osteopati d’Italia (Roi), Paola Sciomachen, consegnando i risultati della petizione che ha visto coinvolti moltissimi osteopati e i loro pazienti su tutto il territorio italiano, ha parlato della "necessità di colmare una necessità dei cittadini che sempre più si rivolgono alle medicine complementari per i loro bisogni di salute".
02 APR - Sì è svolto ieri nel tardo pomeriggio l’incontro, presso il Ministero della Salute, fra il Direttivo del Registro degli Osteopati d’Italia (Roi) guidato dal Presidente
Paola Sciomachen,
Sabrina De Camillis, consulente politico del Ministro Lorenzin e suo delegato, e
Rossana Ugenti, Direttore generale delle Professioni sanitarie del Ministero della Salute. All’ordine del giorno la consegna delle 26.000 firme, raccolte da novembre 2014 a oggi, a favore del riconoscimento dell’Osteopata come Professione Sanitaria Autonoma.
“Il successo della petizione dimostra che la strada del confronto con le istituzioni a favore del riconoscimento non si basa su interessi particolari di una categoria professionale ma va a colmare una necessità dei cittadini che sempre più si rivolgono alle medicine complementari e alternative per far fronte ai propri bisogni di salute - commenta Paola Sciomachen, Presidente Roi -. E’ un fenomeno che non può essere ignorato e che richiede di mettere in campo tutte le necessarie tutele, a partire dalla certezza di affidarsi a professionisti qualificati, correttamente formati e che possano offrire una prestazione sanitaria efficacie nel rispetto delle norme che solo il riconoscimento può garantire. Tutto questo all’interno di un quadro che già ci vede collaborare con medici e sanitari con l’obiettivo comune di migliorare la salute pubblica”.
“Come Ministero della Salute - ha sottolineato Sabrina De Camillis - alla luce anche dei nuovi indirizzi del Cen, siamo convinti che la regolamentazione della professione di osteopata vada fatta per rispondere a due obiettivi principali: garantire il cittadino che deve avere la certezza, quando ricorre alle cure dell’osteopata, di trovarsi di fronte un professionista con adeguate competenze; impedire che ci sia un attività fatta da chi può fare danni al cittadino e alla professione. E’ in questa direzione che va l’emendamento al Ddl Lorenzin sulla riforma delle professioni sanitarie, in discussione nella competente Commissione al Senato”.
02 aprile 2015
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