Carbone (Fials) scrive a Renzi: “La sanità non può essere fanalino di coda dell'agenda del Governo”
La federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità scrive al premier e auspica un confronto con le riorganizzazioni sindacali per "cercare insieme di giungere ad accordi orientati a tagliare notevolmente gli sprechi nella sanità". La richiesta è dunque quella di un "impegno fattivo" perché il tema della sanità e del rinnovo contrattuale "venga posto con urgenza nell'agenda di Governo".
23 MAR - "Nell’agenda politica del suo Governo, la Sanità è paradossalmente un fanalino di coda. Mentre si tratta di un settore che, come Lei e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ben sapete, si trova oggi in situazioni estremamente critiche per diverse motivazioni". Questo l'incipit di una lettera che
Giuseppe Carbone, segretario generale Fials, ha inviato al premier
Matteo Renzi.
Carbone nel testo denuncia i tagli al personale, il blocco degli organici, il mancato pagamento degli straordinari, l’impossibilità di riposi settimanali e giornalieri per i dipendenti in servizio e il blocco della carriera economica e dei rinnovi contrattuali dal 2010.
"Tutto questo porta ad un’amara verità: l’impossibilità di rispondere ad un aumento di domanda dei servizi. Ma è il momento di dire basta. E’ impensabile continuare a procedere su questa strada. Tanto più che a nostro parere, le risorse economiche per i rinnovi contrattuali ci sono", ha proseguito il segretario generale Fials.
Carbone chiede a Renzi un confronto con le organizzazine sindacali per "cercare insieme di giungere ad accordi orientati a tagliare notevolmente gli sprechi nella sanità, "sprechi che attualmente sono stimabili in oltre 10 miliardi di euro all’anno". Nella lettera viene inoltre definita improrogabile l'applicazione dei costi standard "per garantire i livelli essenziali di prestazioni".
Un impegno fattivo - conclude Carbone - è questo quello che le chiediamo, affinché venga posto con urgenza nell’agenda di Governo il tema della sanità e il relativo rinnovo contrattuale perché anche la sanità può contribuire a cambiare l’Italia".
23 marzo 2015
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