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Liberalizzazioni. Fenagifar: “A rischio il posto di lavoro per tanti farmacisti”


Per i giovani farmacisti il ddl concorrenza mette anche "a rischio le certezze dei cittadini, per i quali si perderebbe come punto di riferimento il professionista, indipendente nello svolgimento dei propri compiti, nel momento in cui predominasse la logica dei grandi capitali esterni". 

02 MAR - Dieci giorni dopo il Consiglio dei Ministri che ha varato il disegno di legge sulle liberalizzazioni, il tema è ancora oggetto di forti polemiche. “E’ più che mai evidente che a tutti i livelli - attacca la Federazione nazionale delle associazioni dei giovani farmacisti (Fenagifar) - si voglia distruggere quel patrimonio di professionisti che costituisce l'ossatura del nostro paese. I posti di lavoro a rischio sono molti, per l'economia di scala che si genererebbe ad ogni livello, e non sono certo i tre anni proposti dal Job Act a renderci fiduciosi sulla sua efficacia. È a rischio il lavoro sia per chi oggi ancora ce l'ha sia per quelli che domani diventeranno farmacisti”.

Secondo Fenagifar l'ingresso dei grandi capitali esterni in farmacia pone due grandi ordini di problemi:
- il primo per il titolare di farmacia che di fronte alla sola logica concorrenziale dei grandi gruppi si troverebbe a dover operare in ugual modo, ovvero ottimizzando le risorse attraverso riduzioni del personale e dei servizi (il mass market non è l'approccio corretto per una professione).
- il secondo per il farmacista che vorrebbe gestire la propria attività attraverso una propria farmacia e si trova in un mercato dove la richiesta aumenta a fronte di un offerta pressoché uguale, non solo con conseguente lievitazione del prezzo di acquisto, ma con l'impossibilità di competere in tal senso con i grandi gruppi.

“Ancora più a rischio – prosegue la nota - sono le certezze dei cittadini, per i quali si perderebbe come punto di riferimento il professionista, indipendente nello svolgimento dei propri compiti, nel momento in cui predominasse la logica dei grandi capitali esterni”. Per i giovani farmacisti non vi era infatti alcuna ragione valida per modificare il quadro esistente. “Se distruggere un sistema cosi rodato ed apprezzato da tutti, servisse a salvare l'Italia e gli italiani saremmo i primi a volerlo perseguire. Ma ribadiamo fermamente per l'ennesima volta che non pensiamo sia così”.

Il Presidente della Federazione, Pia Policchio, lancia quindi un serie di interrogativi. “Cosa ne sarà di tutti quei giovani, che non rientrando nelle logiche di mercato, vedranno buttati all'aria aspirazioni e sogni per i quali tanti sacrifici sono stati fatti? Soprattutto di tutti quelli che oggi continuano a formarsi per offrire servizi sempre migliori ed efficienti alla popolazione di cui si prendono cura?”.

“Si persevera – concludono i giovani farmacisti - nel voler continuare ad apportare cambiamenti senza prima verificare l'effetto del cambiamento precedente. Adesso c'è bisogno di dare respiro al sistema. Bisogna portare a compimento il concorso straordinario che di per sé è già un passo verso la concorrenza, bisogna concretizzare il modello della farmacia dei servizi e far sì che il sistema, stabilizzandosi, sia anche input per poter investire nel patrimonio umano, vera ricchezza delle aziende”.
 

02 marzo 2015
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