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Ivg. La Laiga denuncia: “Aumento degli obiettori di coscienza blocca l’applicazione della 194”


Ci sono zone del paese, tra cui il Lazio, in cui gli obiettori superano il 90% del totale dei ginecologi strutturati all’interno del Ssn. Il rischio, lamentato dai ginecologi della Laiga, Libera associazione italiana per applicazione della legge 194, è che si arrivi al “paradosso di un’obiezione di struttura”. 

03 DIC - Si definiscono Pro Choice, ovvero a favore del diritto di scegliere (in contrapposizione ai Pro Life ossia quelli che negano la libertà dei pazienti di decidere sul proprio corpo). Sono i ginecologi non obiettoridella Laiga (Libera Associazione Italiana dei Ginecologi per l'Applicazione della legge 194), guidati da Silvana Agatone e Concetta Grande, del servizio Applicazione legge 194/78 dell'Ospedale Sandro Pertini Roma. Le quali insieme a Franco Di Iorio e Marco Sani, del servizio Legge 194/78 del Policlinico Casilino Roma, nel 2008 hanno dato vita a questa associazione pe difendere il diritto delle donne ad una libera scelta e per difendere l’applicazione della Legge 194/78 “che – hanno denunciato oggi nel corso i una conferenza stampa – ultimi anni ha subito una serie enorme di attacchi”.
 
La situazione in riferimento all’applicazione della legge che norma l’interruzione di gravidanza è “grave”. Ci sono regioni, ha spiegato Silvana Agatone, “in cui l’aumento degli medici obiettori di coscienza, nel Lazio e in alcune zone dell'Italia, raggiungono anche il 91,3%. Questo di fatto interrompe un servizio istituito dalla legge 194 del 1978. Noi abbiamo anche fatto un ricorso in sede europea e la Corte Ue ha sanzionato l'Italia per la ripetuta violazione di questa legge, ma non è bastato”.
 
La condizione denunciata come tra le più gravi è quella del Lazio, da qui una lettera scritta al presidente della regione, Nicola Zingaretti, dove si ribadisce che “le donne del sud del Lazio sono costrette a spostamenti in Campania e a Roma, le altre aspettano anche due settimane per ricevere un appuntamento in Consultorio. E anche nei Consultori Familiari non si sa come sostituire il personale che va in pensione, nonostante nel suo decreto si stabilisca il personale obbligatorio per ogni Consultorio”.
 
Quello che chiedono, sia ai presidenti di regione, che alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, è “il rispetto della legge affinché l'interruzione volontaria di gravidanza e la somministrazione di anticoncezionali non vengano mai negati a chi li richiede. Possiamo testimoniare attraverso la nostra rete di legali sparsi sul territorio, che le donne spesso si trovano davanti a queste negligenze”.
 
Elisabetta Canitano, ginecologa romana dell’Asl Roma D, distretto di Ostia, denuncia “la sospensione delle interruzioni volontarie di gravidanza al Policlinico di Roma, la struttura più grande d’Europa, a causa del pensionamento dell'ultimo medico non obiettore. La direzione era a conoscenza del fatto da otto mesi e dopo una protesta corale si è impegnata a intervenire. Tuttavia la situazione è ancora ferma, e per ora c'è solo la promessa di un concorso per assumere a tempo determinato, un anno, due medici, ma ci vorrà tempo”.
 
Ma la situazione è difficile, aggiunge Canitano, anche nei consultori dove “ci sono dei medici che si definiscono obiettori e non solo non fanno il documento per la 194 (detto certificato), ma non prescrivono neanche la contraccezione d'emergenza o non la prescrivono alle minori. Viene così violata la legge che individua nei consultori il luogo di elezione per la contraccezione per i minorenni, e anche quella d'emergenza, definita dalla direttiva Aifa un contraccettivo a tutti gli effetti”.
 
“Con questi numeri di obiezione – denunciano i ginecologi non obiettori della Laiga – si sta registrando una situazione per cui il rischio che si arrivi al paradosso di un’obiezione di struttura”.
 
A questo punto l’Associazione chiede “l’istituzione di un registro pubblico dove si elenchino le strutture che applicano ancora la 194. Faremo delle iniziative sui posti di lavoro e in piazza, pressioni sulle amministrazioni e altro per difendere i diritti di tutti”.
 
Ma oltre a ciò la Laiga in una sorta di manifesto programmatico chiede “di creare una mappa degli operatori al fine di consultarci, scambiarci notizie e sostenerci; sorveglianza sulle pari opportunità in ambito lavorativo tra personale non obiettore e obiettore con denuncia lì ove vi sia discriminazione; sorveglianza affinché la legge 194 venga attuata in tutte le ASL come previsto dalla legge denuncia ove ciò non accada”.
 
In più c’è da tener presente che i pochi ginecologi non obiettori devono sopportare un carico di lavoro enorme. Per esempio nel Lazio l’Ivg è concentrata quasi tutta su Roma e in Campania, molto su Caserta. Per questo la Laiga chiede anche di “ ottenere un aumento dei giorni di ferie e della retribuzione a favore degli operatori legge 194 poiché sopportano un carico psicologico maggiore rispetto agli obiettori”. 

03 dicembre 2014
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