Rimborsi specializzandi. Corte d'Appello Roma: "14 mila euro più interessi per ogni anno di specializzazione"
Il danno è stato quantificato nella differenza tra il trattamento concretamente percepito (incrementato della rideterminazione triennale) e quello riconosciuto soltanto dal 2007. La notizia diffusa oggi da Consulcesi che ricorda che in totale sono stati fino ad oggi riconosciuti indennizzi per oltre 362 milioni di euro agli ex specializzandi.
03 DIC - La Corte d’Appello di Roma, attraverso la
recente sentenza n.1628, ottenuta dagli avv.
Caronia e
Pinelli, ha accolto per la prima volta le istanze dei medici specialisti ’94-2006 stabilendo per loro un risarcimento per la mancata adeguata retribuzione per gli anni di scuola post-laurea, prevista invece dalla direttiva europea 93/16. Il danno è stato quantificato nella differenza tra il trattamento concretamente percepito (incrementato della rideterminazione triennale) e quello riconosciuto soltanto dal 2007:
il Miur dovrà dunque corrispondere 14mila euro più interessi, per ogni anno di specializzazione. Nella stessa sentenza viene inoltre disposto che il termine di prescrizione decorre a partire dall’emanazione dei decreti attuativi del 2007 e non dal D. Lgs. n. 368/1999. Ciò significa che il diritto non è prescritto sino al 2017. Lo riferisce una nota di Consulcesi.
“Consulcesi – sottolinea la nota - che ha già cambiato la giurisprudenza in Italia ed in Europa a favore dei camici bianchi, è l’unica ad aver visto riconoscere, ad oggi, oltre 362 milioni di euro in favore dei medici tutelati attraverso sentenze favorevoli che arrivano dai Tribunali di tutta Italia e con rimborsi che seguono ormai un iter sempre più veloce. Il rischio di esborso totale per lo Stato italiano supera i 4 miliardi di euro, considerato che ciascun medico può ricevere una cifra che arriva fino a 180mila euro. Per scongiurarlo, proprio Consulcesi ha ottenuto anche la presentazione di tre Ddl sul tema, che hanno trovato un sostegno bipartisan. L’accordo transattivo, è bene sottolinearlo, sarà valido però solo per chi avrà fatto ricorso prima della trasformazione in legge”.
La vicenda degli ex specializzandi risale agli anni ’80, quando furono promulgate le direttive europee 75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE che imponevano agli Stati membri di corrispondere il giusto compenso ai camici bianchi per gli anni di specializzazione in medicina. Nonostante l’obbligo sia entrato in vigore a partire dal 1983, i medici immatricolatisi ad una scuola di specialità tra gli anni 1982-1991 e 1994-2006 non si sono visti riconoscere il corretto trattamento economico. In particolare, i primi non hanno ricevuto alcun compenso, mentre i secondi sono stati privati della rivalutazione periodica, delle coperture previdenziali e assicurative e delle differenze contributive.
03 dicembre 2014
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