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Giovani & Ordini. Mettiamoci in gioco per rinnovarli

di Domenico Montemurro

Penso che i giovani medici, come anche tutti gli altri colleghi, sentano lontana questa Istituzione e che non si debba perdere l'occasione per mettersi in gioco. Delude vedere come in molti consigli ordinistici non vi sia una componente giovane tra i consiglieri. Ora viene reclamata una maggiore partecipazione, e che non sia solo di facciata

25 NOV - La domanda che ci si dovrebbe porre prima di accettare una candidatura all’interno di un Ordine provinciale dei Medici, è se i giovani possano “svecchiare” questa Istituzione e renderla fruibile ai colleghi e ai cittadini come servizio reale. La risposta che mi sono dato è di non perdere una chance per mettersi in gioco. Penso che i giovani medici, come anche tutti gli altri colleghi, sentano lontana questa Istituzione e se ne dovessi analizzare le cause storiche potrei azzardare delle ipotesi e sperare in cambiamenti se il legislatore (con la riforma degli ordini) e la buona volontà lo permettessero. Delude vedere come in molti consigli ordinistici non vi sia una componente giovane tra i consiglieri e come spesso le pressioni facciamo posto ad un vero voto democratico.

Le domande, che spesso sono poste dagli iscritti non sono certamente di facile risposta: perché pagare una tassa? Perché avere un bollettino cartaceo “asettico”? Perché non c'è nessuna discussione con gli iscritti via web? Perché i medici devono venire a votare alle elezioni ordinistiche? E altri perchè..... ancora.
La risposta che le comprende tutte è che queste Istituzioni dovranno correggere la loro rotta: ordini itineranti che, in collaborazione con le Università, si muovano e insegnino il nostro codice deontologico soprattutto ai più giovani ed istituiscano dei seggi all’interno degli Ospedali e sparsi sul territorio dove gli iscritti possano recarsi per votare i rinnovi dei direttivi e sentire vicina una “casa madre”.

A questo proposito è in corso una raccolta di firme per chiedere il voto online; siti web ancora più accattivanti che prevedano un forum dove poter porre problematiche in merito a svariati argomenti della nostra professione velocizzando i tempi di risposta; porsi come organo “politico della professione” capace di interfacciarsi con la Regione, con il Comune, con tutte quelle Istituzioni che possono decidere della e sulla nostra professione; costruire delle Faq con le domande più frequenti degli iscritti e le relative risposte utilizzando i social per diffondere le informazioni ai più giovani e non solo; organizzare corsi di aggiornamento professionale dove si concretizzi realmente una continuità generazionale; istituire osservatori della professione medica che facciano da ricognitori sul precariato giovanile nella propria provincia di riferimento e si interfaccino con le Asl e con i sindacati di categoria; creare uno sportello per il cittadino che potremmo chiamare Urpo (Ufficio relazioni pubbliche con l'Ordine); partecipare attivamente, evitando dissapori con le Università, al processo di formazione e programmazione pre e post laurea in modo che lo studente si senta “coccolato”, “protetto” e non bastonato con un ruolo di garanzia nel tutelare anche in azioni giudiziarie chi è danneggiato dai concorsi farsa; stipulare convenzioni con le Società scientifiche potenziandone il know how; dar vita ad un proprio ufficio stampa (coinvolgendo anche i giovani medici) che, in collaborazione con i giornalisti delle diverse testate, si occupi di sanità e medicina evitando quella disinformazione che danneggia la professione e il rapporto fiduciario medico- paziente; collaborare attivamente con le Procure della Repubblica per “velocizzare” i procedimenti disciplinari ed essere più obiettivi nel giudizio; ed infine, ma non è mai finita, istituire dei bandi ad hoc di collaborazione amministrativa al fine di individuare quelle criticità (esempio siti web di dubbia credibilità….) che rischiano di snaturare la professione e segnalarle tempestivamente alle autorità postali.

Insomma i giovani reclamano maggiore partecipazione e che non sia solo di facciata. Vedremo cosa accadrà.
 
Domenico Montemurro
Responsabile Nazionale Settore Anaao Giovani 

25 novembre 2014
© Riproduzione riservata

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