Farmacie: dubbi francesi
sull’e-commerce
Il ministero della Salute d’Oltralpe sta valutando la possibilità di attivare la vendita online dei medicinali attraverso siti costituiti dalle farmacie territoriali. Ma per la Fédération des syndicats pharmaceutiques de France questo contraddirebbe le leggi in materia di dispensazione dei medicinali, creando disparità tra gli esercizi e mettendo a rischio la sicurezza e l’accesso immediato ai farmaci.
18 GEN - La farmacia virtuale non piace Oltralpe, malgrado l’Ordine nazionale francese fosse stato uno dei primi a occuparsi con un certo impegno della materia. Lo provano le reazioni di “sconcerto e inquietudine” mostrate da uno dei tre sindacati delle farmacie di comunità, la Fédération des syndicats pharmaceutiques de France (FSPF), alle dichiarazioni del sottosegretario alla Sanità Nora Berra. Nel corso di un’audizione al Senato, la settimana scorsa, Berra aveva dichiarato che in seno alla Direzione generale del Ministero stava continuando il lavoro su un possibile inquadramento della vendita dei di medicinali attraverso siti Internet che siano espressione di farmacie territoriali. Due le argomentazioni addotte dal sindacato: la prima è che la vendita on line, sia pure limitata all’OTC, è in aperta contraddizione con i compiti e i servizi che la legge HPST assegna ai farmacisti delle farmacie di comunità (affini a quelli che la Legge sulla farmacia dei servizi assegna alle farmacie italiane), oltre a contraddire le “regole elementari di sicurezza della dispensazione poste a garanzia del paziente” dice un comunicato della FSPS. Il secondo aspetto è che la possibilità per le farmacie più grandi di allestire un servizio di acquisto on line e vendita per corrispondenza finirebbe per danneggiare il servizio farmaceutico delle aree periferiche del paese, con il rischio di far venire meno la disponibilità immediata dei farmaci al bisogno, che di certo non può essere assicurata dall’e-commerce. A supporto della posizione del sindacato va considerato che da tempo le organizzazioni del settore lamentano come la progressiva concentrazione dei medici nei centri maggiori (come del resto avvenuto in alcune aree della Gran Bretagna) abbia già penalizzato le farmacie delle zone meno coperte in questo senso.
Maurizio Imperiali
18 gennaio 2011
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