Emergenza-Urgenza. Per i neo specialisti accesso alla professione a rischio per un cavillo burocratico
Nella tabella vigente delle equipollenze la specializzazione è indicata come “Medicina d’Urgenza” e non come “Medicina di Emergenza-Urgenza”. Possibili rischi di accesso alla professione per 82 neo specialisti. La denuncia dalla Simeu che registra segnalazioni di difficoltà in alcune Aziende.
14 LUG - Potrebbero avere problemi per l’accesso alla professione nel Ssn i giovani specialisti in Medicina di Emergenza-Urgenza, in totale 82, i primi in assoluto ad uscire dalla Scuola di specializzazione, inaugurata in Italia cinque anni fa.
Negli ultimi dieci giorni sono infatti arrivate segnalazioni di difficoltà da parte di alcune aziende sanitarie (in particolare del Triveneto) ad accettare i neo-specialisti in medicina di emergenza-urgenza come candidati idonei per i pronto soccorso e per le strutture di medicina d’urgenza. Le difficoltà nascerebbero dal fatto che nella tabella vigente delle equipollenze - le specialità ammissibili per i concorsi - la specializzazione è indicata come “Medicina d’Urgenza” e non come “Medicina di Emergenza-Urgenza”.
In altre aziende sanitarie (per esempio in Emilia Romagna) è stato sufficiente interpretare la norma, alla luce della conclusione quest’anno del primo ciclo della Scuola, ammettendo d’ufficio anche i primi specializzati nella disciplina propria dell’emergenza.
A lanciare l’allarme la Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) che chiede ai ministeri competenti, Miur e Ministero della Salute di predisporre una circolare esplicativa sul tema in modo da uniformare i comportamenti delle amministrazioni su tutto il territorio nazionale.
“Tutta la Fimeuc, Federazione italiana di medicina di emergenza-urgenza e delle catastrofi, di cui Simeu fa parte – dichiara
Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu, - chiede con forza che sia predisposta al più presto dai ministeri competenti, Miur e Ministero della Salute, una circolare esplicativa sul tema in modo da uniformare i comportamenti delle amministrazioni su tutto il territorio nazionale, anche per evitare due situazioni che avrebbero dell’incredibile: l’impossibilità di accesso alla professione nel servizio sanitario nazionale per i neo-specialisti in medicina di emergenza-urgenza e la decisione dello Stato di non assumere professionisti dell’emergenza altamente qualificati, dopo aver investito centinaia di migliaia di euro per formarli. Sul tema invieremo ai ministri Beatrice Lorenzin e Stefania Giannini una lettera a firma congiunta con Gian Franco Gensini, presidente della Conferenza permanente per la formazione in medicina di emergenza-urgenza”.
Si resta intanto in attesa del decreto per la ripartizione dei posti messi a disposizione dal Governo per le scuole di specializzazione in Medicina, per sapere se varieranno o saranno riconfermati i 50 posti ministeriali per la Medicina di Emergenza-Urgenza. Resta il fabbisogno dichiarato dalla Conferenza Stato-regioni di circa 300 nuovi contratti di specialità all’anno per l’emergenza
14 luglio 2014
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