Oncologia. Cipomo su rischio insostenibilità cure: "Puntare su reti, formazione e riduzione prezzo farmaci"
Così il presidente Gianpiero Fasola, commentando uno studio sull'elevato costo delle terapie anticancro, ha dettato la strategia per rendere sostenibile il sistema. Sulla didattica si è sottolineata la necessità di una nuova generazione di primari oncologi "che affianchino alla qualificazione professionale competenze manageriali".
18 MAR - “I Primari Oncologi Medici ospedalieri hanno da tempo segnalato, a diversi livelli istituzionali – senza attendere le richieste dell'attuale Esecutivo sulla spending review - la prossima 'insostenibilità' del costo delle cure per il cancro, se non si adotteranno scelte coraggiose. Per parte nostra, ci siamo adoperati per cercare di ridurre i costi proponendo modelli organizzativi orientati alla appropriatezza e al rispetto del paziente e battendoci contro fenomeni di 'razionamento occulto' già in atto”. E' quanto dichiarato da
Gianpiero Fasola, presidente Cipomo, commentando un recente studio pubblicato sul
Lancet Oncology sul tema dell’elevato costo delle terapie anticancro.
“Il numero di malati di cancro cresce, aumentano le possibilità di cura e i costi dei nuovi farmaci sono sempre più spesso compresi tra 50 e 100.000 euro a paziente per anno: è inevitabile l’aumento della spesa - ha spiegato Fasola -. Per questo abbiamo avviato progetti finalizzati a contenere la tendenza verso l’insostenibilità economica, sollecitando le istituzioni locali e nazionali. Assieme ad Aiom lavoreremo con Agenas per favorire la costruzione delle Reti oncologiche regionali con diversi obiettivi: qualificazione, appropriatezza e continuità delle cure, attraverso equipe multidisciplinari di esperti per ciascuna delle grandi aree di patologia; riduzione delle ridondanze e degli interventi diagnostici e terapeutici futili; responsabilizzazione sugli esiti e sulla sostenibilità".
"Cipomo sta investendo molto nell’ambito della formazione: vorremmo favorire l’emergere di una nuova generazione di primari oncologi, che affianchino alla qualificazione professionale le nuove competenze manageriali, occorrenti per tenere le redini della disciplina nel Servizio sanitario del futuro. Questo però non sarà sufficiente poiché il prezzo dei nuovi trattamenti è troppo elevato come ha rilevato nei giorni scorsi il Dott. Tirelli del Cro di Aviano. Bisogna intervenire anche sul percorso di autorizzazione e definizione del prezzo dei nuovi trattamenti: serve una revisione radicale delle modalità con le quali si autorizza l’utilizzo di un nuovo farmaco e si negozia il costo. Il rapporto che c’è tra il valore clinico (beneficio per il paziente), il costo negoziato di un nuovo trattamento e la 'risultante economica' per la Società nel suo complesso dovrà essere sempre più esplicito e far parte del processo di autorizzazione. Solo attraverso questo difficile cammino sarà possibile continuare ad offrire a tutti i pazienti i migliori trattamenti, senza rischiare il “fallimento” del Servizio Sanitario universalistico che ci caratterizza nel mondo. Abbiamo preso atto degli impegni in tal senso del Ministro Lorenzin e sin da ora garantiamo il nostro sostegno a iniziative e decisioni che verranno prese rispetto a questo indirizzo”, ha concluso il presidente Cipomo.
18 marzo 2014
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