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Contratti. Nursind: "Disponibili solo con stanziamento risorse economiche certe"


Dopo l'incontro tra il Comitato di settore e i sindacati della sanità e delle autonomie locali il Nursind si dice non disponibile a un rinnovo solo della parte normativa del contratto. "Come infermieri chiederemo una sezione contrattuale per le professioni sanitarie".

11 GEN - Si è svolto ieri presso la sede della Conferenza delle Regioni l’incontro tra il Comitato di settore e le OO.SS. e le Confederazioni rappresentative nei rispettivi comparti e aree dirigenziali. Oggetto dell’incontro è stata la comunicazione da parte delle Regioni dell’intenzione di dare avvio alle procedure contrattuali attraverso l’emanazione dei rispetti atti di indirizzo e di concordare con il Ministero della Funzione Pubblica la riduzione dei comparti e delle relative aree contrattuali. C’era poi l’intenzione di valutare la disponibilità da parte sindacale di sedersi ai tavoli per una riapertura della contrattazione anche se solo per la parte normativa per sottoscrivere un contratto “innovativo”. Quasi unanime la volontà di ripartire anche a queste condizioni.

Nursind ha ribadito che è condizione indispensabile lo stanziamento di risorse economiche certe in quanto un rinnovo contrattuale puramente normativo che abbia qualche aspetto positivo per i lavoratori è quasi impossibile realizzarlo.
“Il contratto di lavoro deve portare dei benefici ai lavoratori che rappresentiamo – ha affermato Andrea Bottega segretario nazionale del Nursind – non serve a dare senso all’esistenza dei sindacati. Abbiamo detto che la sanità ha già dato ampiamente il suo contributo al risanamento delle finanze pubbliche con la contrazione del personale dipendente esito del blocco del turn over, con il blocco stipendiale che dura da anni, con l’innalzamento della professionalità e responsabilità richiesta a seguito dei mutati modelli organizzativi, delle nuove tecnologie dei contesti sempre più complessi di azione”.

“Le regioni – ha continuato Bottega – chiedono un contratto innovativo. Di innovativo ci poterebbe essere che si applichino intanto i contratti esistenti. Utilizzo improprio dello straordinario, sforamento del numero delle pronte disponibilità, coordinatori inquadrati in livelli giuridici ed economici diversi a parità di mansioni, demansionamento dei professionisti. Questi semplici problemi richiedono delle risorse disponibili e non affrontare questi problemi significa non governare l’organizzazione del lavoro”.

Il secondo punto di perplessità che il sindacato ha espresso è stato posto dalla confederazione di riferimento, al confederazione generale unitaria Cgu Cisal.
Prima di iniziare la contrattazione occorre necessariamente stabilire quali sono i comparti e le relative aree per cui si contratta. A normativa invariata sarebbe impossibile in tempi brevi aprire una contrattazione su nuovi comparti, come vogliono le Regioni. La questione posta dalla Cgu Cisal ha provocato la risposta che è necessario sicuramente un intervento legislativo per definire all’interno dei comparti sezioni di contrattazione su cui misurare la rappresentatività.
“Come Nursind – ha concluso Bottega – presenteremo una richiesta di individuare una sezione per le professioni sanitarie a parte all’interno del comparto che potrebbe comprendere la parte sanitaria e le regioni. Effettivamente la parte amministrativa potrebbe essere trasversale alla sanità, agli enti locali e alle regioni; questo agevolerebbe anche la mobilità in caso di riorganizzazioni.”
Rimane tuttavia aperto il problema del calcolo della rappresentatività delle Confederazioni sindacali ancorata dal Dlgs 165/2001 alla definizione dei comparti piuttosto che delle sezioni contrattuali.

11 gennaio 2014
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