Industria farmaceutica e lavoro. Con Welfarma ricollocati e riqualificati 1.000 lavoratori
Il progetto, realizzato da Farmindustria insieme ai sindacati, con la compartecipazione del ministero del Lavoro e l'assistenza tecnica di Italia Lavoro, è un supporto valido nella gestione delle crisi aziendali del settore farmaceutico per riqualificare e reinserire i lavoratori che hanno perso il posto. Scaccabarozzi: “Strumento innovativo”. Giovannini: “Esperienza positiva. Pronti ad estenderla in altri settori”.
30 OTT - Perdere il lavoro e trovarsi senza sbocchi. Un problema che in questi anni di crisi ha toccato e tocca ancora oggi la carne viva delle persone. Ma nel settore farmaceutico qualcosa è cambiato e questo mutamento porta il nome di Welfarma.
Il progetto è finalizzato a favorire la riqualificazione ed il reinserimento nel mercato del lavoro di tutti i lavoratori fuoriusciti da aziende del settore farmaceutico, attraverso interventi di reimpiego più mirati, efficaci ed integrati, volti a potenziare i percorsi di formazione. Ciò è quanto emerso in occasione dell' incontro "
Sinergia a lavoro per le buone politiche attive" organizzato da Farmindustria e Italia Lavoro. Il progetto è il risultato di una politica congiunta e concertata di gestione degli impatti occupazionali prodotti dai mutamenti strutturali del settore farmaceutico sancita da un Accordo Quadro Nazionale siglato tra Farmindustria e le Organizzazioni Sindacali nazionali il 20 novembre 2008, attraverso il quale è stata convenuta l' opportunità di dotare il settore di uno strumento operativo di carattere volontario, aggiuntivo e non alternativo, rispetto agli strumenti contrattuali e di legge già disponibili, utile a supportare ulteriormente la ricollocazione dei lavoratori coinvolti da processi di crisi aziendale.
Ma come funziona Welfarma? Al lavoratore che ha perso il posto viene offerto un voucher del valore massimo di 2 mila euro da utilizzare per corsi di formazione o riqualificazione, con un’operazione finanziata in parte dalla stesse aziende e con un contributo di un milione di euro messo sul tavolo dal ministero del Lavoro. L’adesione è volontaria, dal 2008 hanno partecipato 703 lavoratori provenienti da 20 aziende diverse. Di questi il 38% è stato ricollocato.
Welfarma, ha spiegato il presidente di Farmindustria,
Massimo Scaccabarozzi, intervenendo al convegno, è nato in seguito alla constatazione che la perdita di posti di lavoro subita dal settore farmaceutico (13.500 dal 2006 al 2013) non era “una normale fluttuazione ciclica dell'occupazione, ma a un vero e proprio cambio di paradigma, che aveva bisogno di schemi nuovi”. Questo programma di ricollocamento dei lavoratori ha trovato inoltre terreno fertile nella farmaceutica che, ha ricordato Scaccabarozzi, “è stato il primo settore a dotarsi di fondi di assistenza complementare e di sanità integrativa. Strumenti altamente innovativi che - ha spiegato - hanno consentito di sostenere la competitività del settore ed essere all' avanguardia nell' applicazione di istituti flessibili. Con lo stesso spirito - ha aggiunto Scaccabarozzi - è nato Welfarma che si basa su un approccio attento alle specificità aziendali che - a sua volta - si riflette anche nel fatto che la farmaceutica e' - ha specificato - il settore con il più alto utilizzo di contrattazione di secondo livello". “Quando è nato, in 8mila circa erano già usciti", ha ricordato il presidente di Farmindustria. Gli ultimi risultati indicano che i lavoratori aderenti a Welfarma, come ha spiegato il presidente di Italia Lavoro,
Paolo Emilio Reboani, sono 703, provenienti da 20 aziende del settore farmaceutico che hanno inserito il ricorso all' intervento nell' accordo per la concessione dell' ammortizzatore sociale; di questi, il 38% e' stato ricollocato.
Il presidente degli industriali del farmaco ha poi virato su temi più prettamente politici: “Per la prima volta, in 15 anni, nella legge di stabilità non ci sono tagli sul settore farmaceutico. Ma speriamo che quello è uscito dalla porta non rientri dalla finestra. Ci batteremo fino alla morte perché questo non succeda”. Scaccabarozzi si è detto anche preoccupato sul Patto per la Salute. “Ci sono sentori, che riteniamo assurdi perché in questo momento la spesa è regolata e c' è un ripiano che è a carico del settore farmaceutico, che possano essere inseriti ulteriori tagli, come manovre o revisioni particolari, che non hanno nulla a che vedere con un risparmio ma sono solo volti, di nuovo, a penalizzare un settore che invece sarebbe di traino per l' economia. Questo sarebbe quantomeno controproducente per il Paese perché non è demonizzando l’industria o inserendo continuamente ’manovrine’ che servono a fare poca cassa - che si risolvono i problemi, ndr - soprattutto se poi questa poca cassa ha tutti gli effetti negativi sull' impiego, sulle tasse e su tutto quello che ne consegue”.
All’evento è intervenuto anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali
Enrico Giovannini che ha specificato come “l’Italia ha bisogno di un investimento straordinario in capitale umano”. Per il Ministro “è necessario uno sforzo tra pubblico e privato altrimenti si corre il rischio che il "potenziale di crescita sarà basso per molto tempo".
Il ministro ha riconosciuto che l'Italia è indietro e che bisognerebbe prepararsi preventivamente alle crisi. L' impegno del Governo è ora di “spostarsi da politiche del lavoro passive ad attive. Sull' esempio della Gran Bretagna occorrerebbe un investimento straordinario per formare le persone e reinserirle nel processo produttivo”. L' esperienza di Welfarma è positiva e il ministero - ha concluso - è disposto a diffonderla ad altri settori”.
Estensione del modello Welfarma ad altri comparti che però ha trovato il dubbio del sottosegretario allo Sviluppo economico
Claudio De Vincenti per cui sì, “Welfarma è un progetto positivo che ci da diversi messaggi importanti per le politiche sul lavoro in generale”, ma “se il settore farmaceutico è stato in grado, per la propria struttura interna, di gestire gli esuberi - ha sottolineato De Vincenti - il messaggio di natura generale che ci deriva da Welfarma non può essere esteso in tutti i settori; è più complicato". Secondo il Sottosegretario “va dato spazio alla bilateralità, che consente di avere risorse messe in campo dai privati e di gestirle in ambito contrattuale. Ma proprio perché negli altri settori questo è più difficile, va affiancato alla bilateralità una rete di sicurezza di carattere universalistico; questo coinvolge risorse pubbliche”.
All’assise ha preso la parola anche il direttore generale di Confindustria,
Marcella Panucci secondo cui gli ultimi sei anni sono stati di “crisi profonda con 15 miliardi di tagli alla spesa del settore farmaceutico". Panucci ha osservato che assistiamo ad una ripresa economica anche se lieve e questo e' il "momento giusto per ricollocare i lavoratori". A questo scopo serve un sistema che non sia tutto concentrato sul pubblico, ma sia integrato con il privato. Secondo la rappresentante di Confindustria bisogna applicare la riforma Fornero in particolare nella parte relativa ai centri per l' impiego. "In quest' ottica - ha osservato - Welfarma è una piccola realtà ma di grande importanza”
30 ottobre 2013
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