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Specializzazioni mediche. Troise: “Cambiamo le regole di accesso. Servono interventi radicali”


Per l’Anaao Assomed bisogna sottrarre spazio ai poteri localistici dei singoli direttori di scuola. Per accedere alle scuole meglio un concorso su base nazionale Da rivedere anche i tempi del tirocinio formativo e  la durata delle scuole modulandola in base all’indirizzo specialistico.

05 MAR - “La necessaria riforma dell’esame di accesso alle scuole di specialità mediche annunciata dal Ministro (dimissionario) Profumo non può che poggiare su un cambio di prospettiva, uscendo dalla cupola di cristallo universitaria con uno sguardo rivolto alla realtà lavorativa nella quale il professionista dovrà inserirsi”.
 
La spinta a riformare le regole sulla specializzazione medica arriva dall’Anaao Assomed che chiede interventi radicali e di sistema e non timidi aggiustamenti tesi a non turbare i poteri accademici.
 
“È arrivato il momento – ha affermato Costantino Troise, segretario nazionale dell’Annao Assomed – di sottrarre spazio ai poteri localistici dei singoli Direttori di scuola attraverso un concorso su base nazionale non distinto per tipologia di scuola che permetta ai medici neo-laureati di scegliere, tra tutte le scuole di specializzazione italiane, la preferita per interesse personale, offerta formativa, per opportunità di crescita professionale ed approfondimento scientifico. La selezione deve avvenire sulla base di core curriculum, dai quali escludere le attività elettive e l’attinenza della tesi, e preparazione generale in medicina, evitando di premiare una sterile capacità mnemonica esercitata nello studio dei circa 6000 quiz già noti prima dell’esame”.
 
In un periodo storico caratterizzato da carenza di risorse ed incertezza previdenziale, per l’Anaao non ci si può più permettere lunghissimi periodi formativi che ritardino l’accesso dei giovani al mondo del lavoro. “Per questo il corso di laurea di sei anni deve avere carattere abilitante e meglio sarebbe rivedere i tempi anche del tirocinio formativo. E, per garantire risorse economiche sufficienti, la durata delle scuole andrebbe ridotta, modulandola in base all’indirizzo specialistico, anche per non fornire più alle università manodopera occulta ed a basso costo”.
 
Più in generale, per il sindacato, è necessario ragionare su ipotesi diverse di inserimento lavorativo nel Ssn per chi, dopo 6 anni di studio, non riesce ad accedere alla formazione, se vogliamo che la prevista riduzione del numero dei contratti, insieme con il precariato già esistente, non crei un esercito di disoccupati medici. Come avviene in Germania, si può pensare a contratti a tempo determinato, rinnovabili, per seguire un percorso strutturato e diventare specialisti. L’Anaao Assomed richiede, a garanzia della qualità della formazione del medico, interventi radicali e di sistema e non timidi aggiustamenti tesi a non turbare i poteri accademici.

05 marzo 2013
© Riproduzione riservata

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