One Health. Fadoi e Carabinieri mettono a dimora 32 alberi in altrettanti ospedali italiani. Plauso di Schillaci: “Il 24% delle patologie determinato da fattori ambientali”
Gli alberi piantati lo scorso anno con l‘iniziativa “Un Albero per la Salute” di Fadoi e Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità erano stati 30. Apprezzamento del ministro: “Stili di vita sani contribuiscono a evitare fino al 40% delle nuove diagnosi di neoplasia e a prevenire patologie cardiovascolari, ma anche gli ambienti sani aiutano a contrastare l’insorgere di malattie”. Il settore sanitario è responsabile di circa il 5% delle emissioni globali di CO2.
29 OTT - In tutto il mondo “il 24% delle patologie è determinato dall’esposizione a fattori ambientali” e “più di 1,4 milioni di decessi l’anno provocati dal cancro in tutto il mondo sono riconducibili a fattori di rischio modificabili di natura ambientale”. La salute dell’uomo “è quindi strettamente legata a quella delle altre specie. Se si ‘ammala’ l’ecosistema che ci circonda, ne paghiamo il prezzo in termini di aspettativa di vita, costi sanitari, benessere individuale e collettivo”. Il messaggio arriva dal ministro della Salute,
Orazio Schillaci, in occasione del lazio della seconda edizione del progetto “Un Albero per la Salute” della Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri) e del Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità, che rientra nell’ambito del progetto dell’Arma “Un albero per il futuro” realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e mira a piantare nuovi alberi negli ospedali italiani.
Un’iniziativa apprezzata da Schillaci, perché ha il merito di contribuire “allo sviluppo di una maggiore consapevolezza sull’importanza di guardare alla salute con una visione One Health” e “alla salvaguardia ambientale”, considerato che “a influenzare le prospettive di vita non sono soltanto i fattori genetici ma anche fattori esterni come quelli ambientali”, ha ribadito il ministro. Se per Schillaci, dunque, “sempre in un’ottica One Health, dobbiamo guardare alla prevenzione primaria”, sapendo che “stili di vita sani contribuiscono a evitare fino al 40% delle nuove diagnosi di neoplasia e a prevenire patologie cardiovascolari, che in Italia rappresentano la principale causa di morte”, dall’altra parte “è necessario unire competenze della medicina e delle scienze ambientali per promuovere la salute e il benessere dell’uomo come parte dell’ambiente”.
In questo contesto si inserisce l’impegno della Fadoi e del Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità. “Il cambiamento climatico – spiegano in una nota - rappresenta un problema ed una sfida importante per il nostro tempo. L’aumento della temperatura globale è correlata con l’aumento dei gas serra nell’atmosfera ed in particolare con emissioni di CO2 che nell’ultimo ventennio sono aumentate in maniera significativa. Il cambiamento dei cicli delle precipitazioni e delle temperature interessano anche i boschi, le superfici agricole, le regioni montane così come le piante, gli animali e le persone che vi vivono. E nello specifico il settore sanitario è responsabile di circa il 5% delle emissioni globali di CO2 che sono in costante crescita. Per questo gli ospedali anche attraverso processi di digitalizzazione e di implementazione tecnologica, ma non solo, sempre maggiori nella Sanità, non possono prescindere da opportune strategie tese a perseguire gli obiettivi di sostenibilità̀ della salute collettiva secondo la visione olistica One Health”. Su queste basi è nato l’anno scorso il progetto ‘Un Albero per la Salute’.
In questa seconda edizione, presentata oggi a Roma presso “l’Ospedale Isola Tiberina - Gemelli Isola”, il progetto nazionale ha previsto la donazione e la messa a dimora (dopo i trenta del 2023) in 32 Ospedali Italiani di altrettanti giovani alberi da parte dei Carabinieri per la Tutela della Biodiversità. Ogni pianta potrà essere geolocalizzata fotografando uno speciale cartellino e sarà possibile seguirne la crescita su un sito web, apprezzando anche il risparmio di anidride carbonica (CO2). La durata complessiva del progetto sarà di 3 anni.
Inoltre, durante l’evento sono stati donati a due scolaresche dei giovani alberi per sensibilizzare i ragazzi all’educazione alla tutela dell’ambiente.
“L’iniziativa ‘Un Albero per la Salute’ – ha dichiarato il
Gen. D. Antonio Danilo Mostacchi, Comandante dei Carabinieri per la Tutela della Biodiversità - che riconosce un’‘unica salute’ (One Health) basata sull’interconnessione e l’indissolubile legame che unisce esseri umani, animali ed ecosistemi ambientali, promossa e sviluppata dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con la FADOI, si innesta nel progetto ‘Un Albero per il Futuro’ con l’obiettivo di mettere a dimora migliaia di alberi non solo nelle scuole italiane ma anche all’interno degli ospedali e delle strutture sanitarie del territorio nazionale, per il ‘significativo’ contributo alle attività di contenimento dei temibili effetti dei cambiamenti climatici”.
“Come Fadoi – ha detto il presidente degli internisti,
Francesco Dentali – abbiamo nel nostro Statuto tra gli scopi Istituzionali quello del miglioramento e la definizione dei percorsi assistenziali e delle iniziative di educazione sanitaria. L’educazione sanitaria non ha solo una finalità comunicativa, informativa ma consiste nell’intervenire precocemente sui comportamenti, abitudini, azioni riguardanti le condizioni sociali, economiche ed ambientali che hanno un impatto sulla salute del singolo e della comunità. Ed è proprio in quest’ottica che, come Fadoi, riteniamo fondamentale sviluppare una maggiore consapevolezza dell’approccio olistico One Health secondo cui la salute delle persone e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente e si influenzano reciprocamente. Queste sono le basi su cui nasce il progetto ‘Un Albero per la Salute’ che con soddisfazione stiamo portando avanti insieme al Comando Carabinieri per Tutela della Biodiversità”.
Per il presidente della Fondazione Fadoi, Dario Manfellotto, “i cambiamenti climatici, il riscaldamento globale, la perdita di biodiversità, l'antibiotico-resistenza e l'inquinamento atmosferico, che rappresenta il principale fattore di rischio ambientale per la salute, confermano la necessità di guardare al domani con una visione One Health, implementando un approccio integrato, inclusivo e multidisciplinare per tutelare la salute degli ecosistemi e di tutti gli esseri viventi. L’idea del progetto va proprio in questo senso e ha l’obiettivo di creare un bosco diffuso davanti agli ospedali italiani”.
"La salute dell’ambiente e quella delle persone sono profondamente legate. L'Ospedale Isola Tiberina - afferma
Daniele Piacentini, Direttore Generale dell'Ospedale Isola Tiberina - intende contribuire a sensibilizzare maggiormente sull’importanza di prendersi cura dell’ambiente, considerando questa azione una componente essenziale della cura di noi stessi. A tal proposito, uno degli obiettivi del piano di rilancio che stiamo portando avanti, grazie al supporto e alla dedizione di tutto il personale, è ridefinire i percorsi di assistenza e cura dei pazienti, prestando particolare attenzione nel percorso terapeutico anche agli spazi destinati alla accoglienza e alla cura dove l’arte, la storia e le piante sono protagoniste e parti di un ecosistema salute”.
29 ottobre 2024
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