Precariato. Marchi (Aio): “Rischia di alimentare l'abusivismo"
Continuano a sollevare preoccupazione le parole del ministro della Pa sulla difficoltà di stabilizzare i precari. Per la presidente dell’Associazione di ostetricia, nella sanità pubblica c’è già carenza di personale e di ostetriche. "Il rischio è costringere i pazienti a rivolgersi a strutture ambigue o a persone non qualificate".
11 DIC - “La dichiarazione alla Camera del Ministro Patroni Griffi sulla mancata stabilizzazione dei precari è allarmante!”. Ad affermarlo oggi è Antonella Marchi, presidente dell’Aio, l’associazione italiana di ostetricia, in relazione ai dati diffusi dal ministro della Pubblica Amministrazione nel corso dell’audizione alla Camera, la scorsa settimana. Per Patroni Griffi, infatti, i precari della pubblica amministrazione sono circa 260.000 ed è “impossibile stabilizzarli tutti”.
“In questa decisione politica – commenta Marchi - non si tiene in considerazione che in Italia, nella sanità pubblica, c’è una carenza assistenziale cronica di personale e nel particolare di ostetriche. Negli ospedali e nei consultori di tutti i territori tali professionalità sono insufficienti e spesso in alcune realtà sono ancora inesistenti. La scarsità di ostetriche crea forti disservizi in tutta la filiera delle strutture sanitarie dove le professioniste sono già costrette a turni stressanti, saltando i riposi e di conseguenza esponendo gli utenti ad un maggior rischio umano”.
Per Marchi si tratta di “un atteggiamento politico e organizzativo che alza una nebbia sulla chiara professionalità delle ostetriche e cerca di appiattire i ruoli, le conoscenze, i meriti e soprattutto la qualifica, nascondendola dietro decisioni economiche confondendo le mansioni e costringendo gli utenti che non trovando indicazioni precise, a rivolgersi a strutture ambigue o in casi peggiori, da stigmatizzare, a chiedere assistenza a persone ‘non qualificate come Professionisti della Salute, e sprovviste di un Profilo Professionale’ mettendo a repentaglio in modo inconsapevole, la loro salute e quella dei loro figli”.
Per la presidente dell’Aio “la politica e le istituzioni incaricate del controllo del territorio e della tutela degli Ordini professionali, devono assumersi la responsabilità che gli compete affinché i danni che oggi si profilano nel sociale, non siano derivati dalla carenza delle Ostetriche o dall’abusivismo professionale. Rinnoviamo quindi l’invito alle famiglie ed alle professioniste a segnalare all’Osservatorio dei presunti Abusi Professionali istituito dall’Associazione Italiana di Ostetricia, persone non qualificate ad assistere: aio@aogoi.it”.
11 dicembre 2012
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