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Medicina generale ai ferri corti con l’Ausl, Fimmg Bologna dichiara lo stato di agitazione. Scotti: “Siamo al loro fianco”   


Esclusione delle rappresentanze sindacali della Medicina Generale dai processi decisionali, volontà di ridimensionare il ruolo del mmg, accordi disattesi, modifiche peggiorative a modelli di gestione dei pazienti cronici, limitazioni dell’attività prescrittiva e aumento della burocrazia. Queste le ragioni della protesta. Scotti (Fimmg Nazionale): “Alle burocrazie locali non interessa nulla dei processi di cura”. LA DICHIARAZIONE DELLA FIMMG BOLOGNA

11 SET - La misura è piena, per la Fimmg Bologna, che ha dichiarato lo stato di agitazione contro l’Azienda ASL di Bologna che, spiega nel documento che annuncia la protesta, “persegue da oltre due anni l’obiettivo di escludere le rappresentanze delle OOSS della Medicina Generale dai più importanti processi decisionali inerenti alla progettualità aziendale in merito alla sanità territoriale e anche a quella ospedaliera quando questa possa avere ricadute sul lavoro del MMG”, mentre porta avanti “la volontà di ridimensionare il ruolo del Medico di Medicina Generale a ciclo di scelta trasferendone compiti e funzioni a Medici di Medicina Generale a quota oraria”.

La Fimmg Bologna è pronta a partecipare alle procedure di raffreddamento e conciliazione davanti al Prefetto, ma chiede conto delle criticità rilevate, a partire dall’istituzione dei cosiddetti "Ambulatori di prossimità", che rappresentano “un vero e proprio doppione della stessa attività” del medico di medicina generale, “con l'unico possibile intento di dirottare l'assistenza territoriale dai Medici di assistenza primaria a ciclo di scelta a medici dell’Emergenza Territoriale”.

La Fimmg Bologna contesta all’Ausl Bologna anche di avere disatteso l’intesa regionale sui Cau in diversi punti, “tra cui quello inerente la facoltà di avviare percorsi diagnostici rapidi, ovvero accertamenti e consulenze specialistiche con carattere di urgenza, possibili attualmente solo per i pazienti che si recano nei CAU e non per quelli che si rivolgono al proprio Medico Curante, contrariamente a quanto previsto nell’Intesa e con il palese intento di compromettere, in modo dirompente, il rapporto fiduciario MMG/Assistito”.

Per il sindacato, i dirigenti aziendali hanno inoltre “ostacolato i MMG nella pratica delle vaccinazioni, uno degli asset strategici della prevenzione sui propri assistiti, dilazionando nel tempo la consegna dei vaccini e pregiudicando in tal modo l’efficacia e l’organizzazione della campagna vaccinale”, nonché “disposto unilateralmente modifiche peggiorative a modelli di gestione dei pazienti cronici, attualmente in vigore, a scapito della qualità dell’assistenza a pazienti complessi e con danno economico per i Medici di Medicina Generale rispetto agli accordi in materia sottoscritti”.

Ancora, “hanno attribuito la responsabilità dell'allungamento delle liste di attesa ai cittadini che “pretendono di fare esami anche se sono sani” e ai Medici di Medicina Generale che assecondano i propri assistiti in questi loro intenti, impedendo, inoltre, in maniera unilaterale e non concordata la possibilità di richiedere accertamenti urgenti”. E “istituito una “task force” con l’obiettivo di limitare l’attività prescrittiva dei MMG invalidando, senza possibilità di contraddittorio, gli iter diagnostici predisposti dai MMG per i propri assistiti”.

La Fimmg contesta all’Ausl anche in merito al “proliferare di astruse modalità di accesso, non condivise con le OOSS, non previste nei CUP della provincia, a diverse prestazioni sanitarie determinando un notevole aggravio del carico burocratico del MMG e rilevanti disagi ai Cittadini”, mentre “reiteratamente e aprioristicamente” ci si rifiuta di “discutere proposte della scrivente Organizzazione Sindacale su importanti problematiche della sanità territoriale”, negando anche, “in sede di Comitato Aziendale proprie responsabilità in merito a quanto sopra riportato, trincerandosi dietro fantomatiche direttive regionali delle quali peraltro la scrivente organizzazione sindacale non è stata posta a conoscenza”.

Le ragioni della protesta sono molteplici e così rilevanti che anche il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, è voluto intervenire per esprimere “solidarietà ai colleghi rappresentati dalla sezione provinciale di Bologna del sindacato, costretti a dichiarare lo stato di agitazione per opporsi alle decisioni incomprensibili adottate dalla locale ASL. Proteste che iniziano a levarsi da più parti del paese a causa di un malessere ormai generalizzato e della consapevolezza da parte dei medici di medicina generale di non poter assistere inerti”, si legge in una nota della Fimmg Nazionale.


Per Scotti “non si può tollerare oltre una situazione nella quale alla sofferenza generalizzata della categoria si aggiungono disagi creati ad hoc dalle burocrazie locali alle quali nulla interessano i processi di cura, ma solo la coerenza dei numeri e dei loro algoritmi da scrivania. È ora che questi signori comincino ad affrontare la realtà e non i progetti di palazzo”.

Nei giorni scorsi – in relazione alla mancata definizione dell’atto di indirizzo per l’ACN 2022 – 2024 e sul tema di un adeguato finanziamento del Fondo sanitario nazionale - era stato proprio il Segretario Generale della Fimmg Scotti a chiarire che, se le condizioni lo richiederanno, durante il Congresso nazionale di ottobre, i medici di medicina generale saranno pronti a dichiarare a livello nazionale lo stato di agitazione e in seguito anche lo sciopero. Proponendo inoltre ai maggiori sindacati dell’area sanitaria, normalmente presenti al Congresso Fimmg, un’intesa per realizzare proteste e manifestazioni congiunte a favore di tutte le anime di un SSN che oggi si regge solo sull’attenzione dei suoi operatori dipendenti e convenzionati pubblici e privati che troppo spesso ne diventano anche le vittime.

11 settembre 2024
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