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Rapporto Aiop. Pelissero: “Serve un’alleanza virtuosa per costruire l’ospedalità del dopo-crisi”


Il Ssn va salvato a tutti i costi. Per questo l'ospedalità privata invita tutti gli attori a rivedere, dalla prossima legislatura, quello che è stato fin ora messo in atto. Perché a causa dei tagli non sarà più possibile mantenere il sistema. Sostenibilità ed efficacia si raggiungono solo con un'alleanza pubblico privato. La sintesi del rapporto.

04 DIC - Scordatevi i titoli sulle inefficienze del pubblico, sullo spreco di risorse e sui bilanci “inattendibili” nelle Aziende sanitarie pubbliche – non perché siano stati superati – e sui risultati virtuosi del privato accreditato. Quest’anno non ci sono contendenti, né imputati.
Pubblico e privato sono tutti sulla stessa barca o meglio sotto la stessa gogna: quella dei tagli messi in atto dalle manovre governative dal 2010 a oggi che porteranno nel triennio 2012-2014 a ben 14 miliardi di euro in meno, prevalentemente a carico del privato accreditato. Uno tsunami che si sta abbattendo sul Ssn, trascinando nel gorgo tutto e tutti, senza distinzione di sorta. Quindi fuori le polemiche e dentro le alleanze per salvare, uniti, il Servizio sanitario nazionale.
 
È questo il messaggio trasmesso dal 10° Rapporto “Ospedali & salute 2012” dell’Aiop, presentato oggi al Senato. Un’occasione, da parte dell’ospedalità privata accreditata, per proporre una grande alleanza tra gli operatori pubblici e privati, le istituzioni, le forze politiche e sindacali, le categorie professionali a partire da quelle mediche. Per “mettere sul tavolo della prossima legislatura e fin dall’inizio –  ha detto a chiare note, Gabriele Pelissero, presidente nazionale dell’Aiop – il problema una revisione di quello che è stato fatto. Perché con questi tagli non è possibile mantenere il sistema”.
 
“Stiamo vivendo una fase complessa, intensa e preoccupante  – ha spiegato Pelissero –  dove  Ssn attraversa il momento più tormentato della sua vita. E il Rapporto 2012  si inserisce in questo contesto, diventando  attuale e tempestivo. Perché i processi in corso sono complessi, e i loro possibili esiti sono estremamente incerti. La manovra Tremonti del 2011, la spending review e infine la legge di Stabilità 2013 hanno pesantemente aggredito la spesa sanitaria. La sanità ha subito conseguenze che hanno portato ad una riduzione programmata intorno ai 14-15 mld, anche se l’effetto complessivo di queste manovre supera queste cifre. Eppure – ha aggiunto – se andiamo a vedere la spesa sanitaria degli ultimi 15 anni e la confrontiamo con quella degli altri paesi europei vediamo che è tra 1,5 e 2 punti percentuali di Pil, al di sotto di quella della Francia e della Germania. Abbiamo avuto un andamento virtuoso che ha portato a un calo della spesa sanitaria pubblica dal 7.2 al 7.1% del Pil nonostante la recessione. In sostanza abbiamo fornito un buon servizio agli italiani spendendo meno. Reclamiamo perciò  con orgoglio questo successo collettivo, al quale Aiop ha contribuito”.
 
Di fronte a questi scenari a parola d’ordine è quindi una sola: salviamo il servizio sanitario nazionale
 
“I tagli predisposti dalle leggi esistenti non sono sostenibili – ha affermato il presidente dell’Aiop – è  necessario che tutti i soggetti interessati si uniscano da subito in un progetto di salvataggio finanziario del Ssn. Il rischio per l’intero sistema produttivo è  che collassi il Servizio pubblico, ribaltando sulle aziende italiane il costo insostenibile dell’assistenza sanitaria ai lavoratori. Se venisse meno la copertura pubblica finiremmo come gli Usa, dove le aziende devono sobbarcarsi anche il costo delle assicurazioni sanitarie dei propri dipendenti e delle loro famiglie”.
 
Insomma, non è tempo di alleanze tra tutte le forze in campo: “Continuiamo a credere in un servizio sanitario universale, solidaristico e pluralistico, che deve essere difeso con ostinazione, in quanto determinante per la coesione sociale e l’economia italiana – ha aggiunto  – ed è  fuor di dubbio che maggiore efficienza possa essere raggiunta attraverso un’autentica alleanza tra strutture di diritto pubblico e privato”. Strutture private che “rappresentano il 25% di tutte le prestazioni erogate, a fronte del 15% dell’intera spesa: il loro contributo è pertanto fondamentale per il sistema”.
 
Ma Pelissero ha anche dettato le coordinate per uscire dall’impasse. E bastano  pochi ma fondamentali interventi: “l’istituzione del pagamento a prestazione per tutti e non solo per i privati, il finanziamento razionale, ovvero il pagamento di tutte le prestazioni appropriate attraverso un tariffario che corrisponda realmente ai costi razionalmente rilevati, l’istituzione di un organo di vigilanza e controllo autenticamente terzo rispetto a tutti gli erogatori’’.

04 dicembre 2012
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