“I medici e i dirigenti sanitari dipendenti non hanno bisogno solo "di politiche volte a rimuovere gli impedimenti alla formazione, all'assunzione e al mantenimento in servizio", come chiede la UE. Ma anche di ridiscutere ruolo, stato giuridico, modalità di reclutamento e di retribuzione, modelli organizzativi, da caratterizzare con maggiore flessibilità, minore autoritarismo e partecipazione ai processi decisionali”. È quanto si legge nel documento finale del Consiglio nazionale dell’Anaao Assomed.
“Occorre rivedere lo stato giuridico per accentuare fortemente il carattere "speciale" della dirigenza medica e sanitaria del Ssn, delineato dall'art.15 del Dlgs 229/99 – si specifica - . Una dirigenza speciale, rafforzata nella sua autonomia, sia nel profilo professionale che gestionale, e nella peculiarità della "funzione" svolta a tutela di un bene costituzionale, rappresenta il superamento di uno status di dipendente pubblico che ha mostrato la sua assoluta inadeguatezza. Aprendo la strada a una riforma del sistema di reclutamento, con riduzione dei tempi e del numero delle prove concorsuali, e un aumento dei livelli retributivi che valorizzi il lavoro ordinario, specie quello disagiato notturno e festivo, contrastando l'impoverimento della categoria. Lavorare in ospedale non deve essere una sofferenza per chi garantisce i LEA con conoscenze e competenze che, spesso, fanno la differenza tra vita e morte, tra malattia e salute. Perché il disagio crescente dei professionisti e la crisi di fiducia dei cittadini - 4,5 mln dei quali oggi rinunciano alle cure - rappresentano un combinato disposto in grado di eroderne la sostenibilità, quali che siano le risorse investite”.