“Il medico che effettua la diagnosi e indica il percorso di cura più idoneo per il paziente, l’infermiere che assiste ogni giorno il malato durante il ricovero con quella crescente autonomia e quelle capacità di gestire al meglio le elevate responsabilità, e poi ancora il tecnico di radiologia che effettua gli esami rx, che poi passano al medico per la refertazione di competenza: snellire le liste di attesa, cancellando finalmente i “tempi biblici” che pendono sulla testa dei cittadini italiani come una spada di Damocle, significa, per noi del Nursing Up valorizzare il lavoro di tutti i professionisti che compongono l’equipe sanitaria e non solo quello dei medici, offrendo loro dignitosi riconoscimenti economici per incrementare tipologia e quantità di servizi e prestazioni destinate al cittadino. Insomma ciò che serve per un concreto abbattimento dei tempi di attesa per lo svolgimento di prestazioni diagnostiche ed interventi. Nello stesso tempo, vorremmo, sollevare nuovamente la questione di un serio ed efficace allargamento della libera professione agli infermieri ed agli altri professionisti sanitari ex legge 43/2006: potrebbe rappresentare un vero e proprio grimaldello per un serio ed efficace programma di abbattimento dei tempi di attesa”.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up audito in Senato che ricorda come l’abbattimento delle liste di attesa non possa attuarsi “solo attraverso l’aumento delle prestazioni e quindi gli incentivi e la valorizzazione della professione medica”: per avviare un concreto piano è necessario mettervi al centro anche tutti i professionisti dell’area non medica, offrendo loro dignitosi compensi per le prestazioni aggiuntive svolte, in quanto finalizzate ad implementare tipologia e quantità di servizi e prestazioni.
De Palma ricorda, però, che lo sblocco del vincolo di esclusività come previsto dall’art 13 del D.L. 34/2023 convertito in legge, ha come scadenza temporanea il 31 dicembre 2025, ed è quindi “ben lungi dall’essere una norma strutturale, continuando invece a qualificarsi come provvisoria e legata a fattori congiunturali”.
E c'è pure da sottolineare che, gli estensori dell’art. 13 del DL 34/2023, non hanno tenuto conto dell’esistenza di un comma 2, pieno di vincoli e limitazioni, e manca del tutto un coordinamento tra la nuova norma di marzo 2023 con quella originaria di novembre 2021: “Insomma, solo per le professioni sanitarie ex legge 43/2006, ma non per la dirigenza medica, le attività esterne, ancora oggi, devono superare molti ostacoli e condizioni, ed essere autorizzate dal vertice dell’amministrazione di appartenenza”.
“Ciò che il Sindacato Nursing Up ha chiesto al Senato, a nome dei professionisti sanitari interessati - aggiunge Di Palma – è di avere fiducia nelle grandi competenze e potenzialità delle professioni sanitarie italiane. Abbiamo chiesto ai Senatori il coraggio di agire, di mettere nelle condizioni il sistema sanitario, di beneficiare dell’enorme apporto che può arrivare, da un ottimale impiego dei professionisti sanitari ex legge n 43/20062.
Per il Nursing Up, nell’articolato del Ddl n 1161, vanno quindi apportati i seguenti provvedimenti:
- cancellare dal comma 1 ) dell'articolo 13) del DL 31.03.2023 , n. 34 ( come risultante dopo la conversione in legge), il previsto limite di validità della disposizione fino alla data del 31.12.2025, rendendo in tal modo strutturali tali previsioni .
- cancellare, il comma 2 dell'articolo 3/quater del DL 21.09.2021, n. 127 , con le disfunzionali ed aprioristiche limitazioni ivi riportate come limite e condizione per lo svolgimento dell'attività esterna all'azienda di appartenenza da parte dei professionisti sanitari ex legge 43/2006, sostituendole con una “mera comunicazione all’Ente di appartenenza, di inizio attività” , da svolgersi nel rispetto dei vincoli di cui all’art. 2105 del Codice Civile, relativi all’obbligo di fedeltà.
- modificare nell’ art. 1, Comma 219, della Legge di Bilancio n. 213 del 30/12 2023, la frase: “Per le predette attività la tariffa oraria può essere aumentata fino a 60 euro lordi onnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell'amministrazione”, in: “è aumentata a 60 euro lordi”.
“Le modifiche sopra richieste, metteranno nelle condizioni i professionisti sanitari ex legge n 43/2006, operanti nelle strutture e servizi del SSN, di svolgere la loro attività , sia a regime di prestazioni aggiuntive, che libero-professionale presso soggetti privati accreditati, con il duplice obiettivo di garantire loro un esercizio libero professionale dignitoso, nell’ambito di attività che si qualificano come funzionali e strumentali rispetto agli interessi ed obiettivi della Pubblica Amministrazione”, conclude De Palma.