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Con la farmacia dei servizi risparmi fino a 1 miliardo per Ssn


La stima arriva da Federfarma, che accoglie con soddisfazione le dichiarazioni rilasciate da Bissoni al nostro giornale a sostegno del ruolo della farmacia nel sistema sanitario. Racca: “Auspichiamo il rinnovo delle convenzioni e l’intervento delle Regioni per fare diventare realtà la farmacia dei servizi”.

13 NOV - Il Servizio sanitario nazionale potrebbe risparmiare fino a un miliardo di euro se investisse sui servizi che da tempo le farmacie del territorio vorrebbero mettere in campo. Le Regioni riuscirebbero così a recuperare le risorse con cui finanziare la riorganizzazione delle cure territoriali e attutire gli effetti derivanti dalla chiusura di posti letto e la riconversione dei piccoli ospedali.

La stima arriva da Federfarma all’indomani dell’intervista, pubblicata sul nostro giornale, al presidente dell’Agenas, Giovanni Bissoni, che sottolineava l’importanza del ruolo delle farmacie e dei nuovi servizi, ha richiamato l’attenzione sul ruolo delle Regioni, “le uniche nelle condizioni di dare concretezza alla farmacia dei servizi, valorizzando le tante esperienze in corso”, tuttavia messe negli ultimi tempi da parte “per il fatto che da qualche anno la farmacia è entrata nell’orbita di provvedimenti, condivisibili o meno, esclusivamente nazionali”.

Una realtà da ribaltare, secondo Federfarma. Per il bene delle farmacie ma anche dei cittadini e del sistema intero, come dimostrano le stime basate su dati e studi provenienti da quei Paesi dove già le farmacie erogano servizi avanzati in base a contratti stipulati con i servizi sanitari locali. “L’esperienza più interessante - spiega la presidente di Federfarma, Annarosa Racca - è quella inglese: con il contratto firmato nel 2005, farmacie e Nhs (il servizio sanitario pubblico, ndr) hanno concordato lo sviluppo di tre differenti livelli di servizi, remunerati in base a modelli diretti a incentivare il farmacista”. A ciascuno dei tre livelli – Essential, Advanced ed Enhanced – corrispondono pacchetti di servizi che le farmacie erogano anche in base ai bisogni specifici delle comunità locali e secondo una scala di complessità crescente: farmacovigilanza, programmi di gestione della compliance, monitoraggio dei pazienti in Terapia anticoagulante, assistenza domiciliare e altro ancora. Superata una fase di rodaggio, i risultati raggiunti grazie ai nuovi servizi hanno attirato l’attenzione degli esperti: come evidenziano alcuni studi, grazie alle farmacie è stato possibile raggiungere e identificare fette di popolazione che abitualmente non frequentano gli studi dei medici di famiglia; inoltre è migliorato l’accesso ai servizi sanitari del Nhs, rispetto ai quali i servizi erogati dalle farmacie rappresentano un complemento o una più efficiente alternativa.

“Ma il dato più – sottolinea Federfarma - importante arriva da un report della Commissione per le politiche sanitarie del Bow group, il ‘think tank’ dei tories britannici, secondo il quale dal rafforzamento dei servizi in farmacia potrebbero arrivare risparmi per oltre un miliardo di euro: tra questi, circa 250 milioni all’anno soltanto grazie al monitoraggio sull’aderenza alle terapie da parte dei pazienti (dal quale meno ricoveri e sprechi di farmaci)”.

E l’esperienza inglese non è l’unica. La Francia, ricorda il sindacato dei titolari di farmacia, ha varato nel 2009 una legge (battezzata Htsp: Hôpital, patients, santé, territoires, ossia Ospedale, pazienti, salute, territori) che apre alle farmacie nuovi spazi nella cornice dell’assistenza territoriale: presa in carico della cronicità, prevenzione, orientamento del paziente nell’accesso alle cure, personalizzazione delle posologie eccetera. “Anche qui come al di là della Manica, occorrerà tempo perché i nuovi servizi mettano radici e diano frutti, ma un recente sondaggio – dal quale risulta che il 60% dei francesi attende con impazienza lo sviluppo di tali servizi – dimostra che il bisogno c’è”.

“Anche in Italia le farmacie sono una risorsa delle cure territoriali e dei servizi di primo livello -  è la riflessione della presidente Racca - l’impalcatura normativa c’è già, perché nel 2009 il d.lgs 153 aveva gettato le basi dell’edificio. La speranza è che con i tagli ai posti letto decisi nei giorni scorsi dal Governo e la deospedalizzazione che ne deriverà, le Regioni – con cui andrebbe trattata la parte contrattuale, come nel 2005 ha fatto il Nhs – aprano gli occhi sulle potenzialità offerte dalla rete delle farmacie nell’ambito di politiche dirette a organizzare il territorio. Noi siamo pronti a un confronto e a proporre progetti che coniughino accessibilità alle prestazioni e sostenibilità del sistema”.

Racca accoglie quindi con soddisfazione le dichiarazioni del presidente dell’Agenas, “che ha espresso un forte apprezzamento per la farmacia e, in particolare, per la farmacia dei servizi, sottolineando l’esigenza di farla diventare realtà nel nostro Paese”. Secondo Racca anche le Regioni devono cogliere l’importanza della farmacia dei servizi, “soprattutto nell’assistenza a certe fasce di popolazioni e a certe patologie che poi sono quelle destinate a rappresentare una parte sempre più consistente della domanda di salute”. Quindi “abbiamo bisogno di una nuova convenzione” per “adattare la norma nazionale ai bisogni e alle realtà regionali”. “Certo – sottolinea Racca – i ripetuti tagli subìti hanno rappresentato un freno all’iniziativa regionale e all’attività delle farmacie stesse”, ma secondo la presidente Racca “proprio questa fase di riorganizzazione, con il taglio dei posti letto e la conseguente deospedalizzazione, deve diventare un’opportunità per investire su altri servizi che possano offrire risposte ai bisogni di salute dei cittadini, in primis le farmacie”.

Secondo Racca, “anche il nuovo modello di remunerazione dovrà contribuire a questa nuova fase, garantendo la stabilità economica agli esercizi, permettendo alle farmacie di ampliare il loro ruolo a servizio del cittadino, che non è solo quello della dispensazione del farmaco, come dimostrano già molte esperienze diffuse sul nostro territorio”.
 

13 novembre 2012
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