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Formazione. Magliozzi (Cisl Medici): “Occorre considerare la spesa come un investimento anziché un costo” 


Per il sindacalista i medici specializzandi “vanno inquadrati con un contratto di formazione lavoro che prospetti loro un futuro attraente”. Occorre poi “aumentare la quantità di risorse economiche su cui poter contare per la formazione, ricorrendo anche all’opportunità dei fondi europei”, così come, tra le altre cose, “predisporre un’agevolazione economica per una degna soluzione abitativa durante il percorso di specializzazione”.

24 OTT - Istituzioni che considerano la spesa per la formazione come un investimento anziché un costo potrebbe rivelarsi una carta vincente contro la carenza di medici in Italia. Lo pensa Benedetto Magliozzi, segretario generale nazionale Cisl Medici, che sollecita interventi nazionali in questo senso.

“In Italia – dichiara Magliozzi in una nota - la riduzione dei professionisti sanitari sta diventando sempre più una questione spinosa, per non dire scabrosa, non solo nelle corsie degli ospedali e nelle astanterie dei pronto soccorso, ma anche negli studi dei medici specialisti e in quelli dei professionisti di medicina generale. Le cause sono da ricercare nei fisiologici pensionamenti, nei licenziamenti a cui si aggiungono le vere e proprie fughe dei cervelli, diserzioni che spesso sanno di rinuncia e che si dirigono verso i lidi della professione privata o dell’offerta oltre confine. Una carenza, quella dei professionisti sanitari, che si ripercuote sulle prestazioni mediche, aumentandone inesorabilmente le liste d’attesa. Il cuore del problema sembra essere da ricercare nella programmazione delle nuove leve, dei nuovi camici bianchi. O meglio, in una pessima programmazione da parte delle regioni che ha di fatto depauperato il serbatoio di specialisti residui”.

Dotazioni organiche e fabbisogni, pensionamenti, numero di migrazioni all’estero, aggiornamento delle banche dati degli ordini dei professionisti: sono questi i dati che, se correttamente confrontati e aggiornati, consentirebbero, secondo il sindacalista, di conoscere la puntuale necessità degli specialisti da formare. “Una soluzione lungimirante potrebbe essere quella di potenziare il ruolo del Ministero, in questo ingranaggio di controllo e supporto alle regioni in affanno”.

Ma, verifiche incrociate e dati alla mano a parte, occorre, per Magliozzi, dare la giusta evidenza alle risorse, sia quelle umane che quelle economiche. “I medici specializzandi – è la proposta del segretario Cisl Medici - vanno inquadrati con un contratto di formazione lavoro che prospetti loro un futuro attraente, un futuro basato su un progetto previdenziale e un percorso di carriera. Occorre predisporre una rete di ospedali per il training clinico che vada oltre le sole e ormai insufficienti strutture universitarie e che offra l’opportunità di fare un’esperienza concreta e mirata, anche sulla base della propria formazione di partenza. E qui, sul campo, sarà più agevole coinvolgere attivamente i giovani camici bianchi nel percorso clinico pratico in grandi ospedali: una formazione in trincea che porterà senza dubbio ad una maggior consapevolezza di una scelta sempre più vicina alle proprie attitudini”.

“E poi, come dicevamo, aumentare la quantità di risorse economiche su cui poter contare per la formazione, ricorrendo anche all’opportunità dei fondi europei. E valorizzare, per l'ammissione alle scuole di specializzazione, maggiormente i titoli posseduti, come la materia della tesi di laurea o gli esami attinenti alla scuola di specializzazione. Non ultimo, predisporre un’agevolazione economica per una degna soluzione abitativa durante il percorso di specializzazione. In conclusione – ribadisce Magliozzi -, occorre considerare la spesa per la formazione come un investimento anziché un costo”.

24 ottobre 2023
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