“I medici oggi sono strumenti essenziali per le sorti delle nostre democrazie in Europa”. Lo ha detto il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici italiani, Filippo Anelli, partecipando a Santander, in Spagna - insieme al vicepresidente Giovanni Leoni, al Segretario Roberto Monaco e al Responsabile dell’Area Estero Salvatore Amato - all’inaugurazione del terzo seminario della Escuela de la profesión médica del CGCOM, il Consejo General de Colegios Oficiales de Médicos, che della Fnomceo è l’omologo. Il seminario, iniziato ieri sera, si concluderà il 22 settembre e tratterà temi come l’Intelligenza artificiale, la Sostenibilità dei Sistemi sanitari e le riforme necessarie, l’Obiezione di coscienza, la Pubblicità sanitaria, la Sicurezza delle cure.
“I medici giurano – ha ricordato Anelli - di considerare tutte le persone uguali davanti alla salute. Sono coloro che oggi garantiscono l’uguaglianza dei cittadini ma anche la solidarietà, perché a nessuno di noi come medico è permesso di negare cure a chi non può permettersele. I medici in Europa garantiscono valori come libertà, uguaglianza e solidarietà”.
“Per svolgere questo ruolo sociale – ha puntualizzato - gli Stati devono garantire l’autonomia dei medici e la loro responsabilità professionale. Sono gli stessi temi che voi oggi trattate in questa scuola”.
Una scuola “di medici per i medici” che, secondo Anelli, “riscopre temi cari alla professione medica, rimette a posto la scala dei valori, protegge l’autonomia dei medici e, così facendo, tutela i cittadini e la loro salute”.
“La vostra iniziativa, così importante e coinvolgente – ha spiegato - esprime attraverso i temi che voi trattate un bisogno molto più ampio di noi medici, professionisti: quello di riscoprire il nostro ruolo nella nostra società, nella nostra Europa. Noi in Italia l’abbiamo chiamata crisi della professione medica o, se preferite, il bisogno di capire quale nuovo ruolo svolgono oggi i medici in una società che cambia”.
“Negli ultimi venti anni – ha aggiunto - è soffiato in Europa un vento forte che ha messo in cima della scala dei valori l’economia. La professione è stata considerata come un’impresa funzionale al mercato. Siamo stati assoggettati a leggi e regole che sono quelle del libero mercato. Come, ad esempio. la pubblicità: attenta solo ai costi e alla concorrenza piuttosto che alla qualità delle cure offerte e al valore delle competenze e dei professionisti”.
“I medici – ha continuato - sono andati in crisi, si sono sentiti come pesci fuor d’acqua. La loro autonomia è stata condizionata e compromessa. Un vento che ha condizionato anche i servizi sanitari nazionali ove i concetti di mercato sono entrati prepotentemente nella loro organizzazione”.
Ora è dunque il tempo di cambiare rotta.
“Il futuro della nostra società – ha concluso Anelli - è affidato anche a noi medici, alla speranza che rappresentiamo, alla ricerca, alla formazione che forma, appunto, le nostre competenze, ai valori che custodiamo, ai diritti che tuteliamo”.