L’ l’Infermiere di Famiglia o Comunità (IFoC) opera con tutti i cittadini, sani e malati. Nell’ottica dell’equità, identifica sul proprio territorio le fasce di popolazione ritenute più fragili su cui attivare con focus primario progetti personalizzati di promozione della salute, prevenzione e cura”. È quanto si legge nelle “Linee di indirizzo Infermiere di Famiglia o Comunità” pubblicate da Agenas. Il documento è stato realizzato da un gruppo di lavoro coordinato dall’Agenzia che ha visto la partecipazione di 10 Regioni, dell’Università di Torino, della Scuola Superiore Sant'Anna - Laboratorio MeS –, delle Società scientifiche AIFEC e APRIRE oltre che della FNOPI. Obiettivo del documento è quello di definire gli indirizzi per l’attuazione del Dm 77 sugli standard dell’assistenza territoriale che prevedono 1 infermiere di comunità ogni 3.000 abitanti.
Ma il problema è che ad oggi come evidenzia la stessa Agenas in Italia, a seguito del DL.34/2020, risulta che il numero di Infermieri di Famiglia o di Comunità effettivamente inseriti nei Servizi è ancora di molto inferiore rispetto a quello previsto dalla normativa (circa 1.380 al 25 giugno 2021, rispetto ai 9.552 previsti dal legislatore), con una disomogenea distribuzione sul territorio nazionale.
Per questa ragione il documento prevede come “in considerazione dell’azione dell’IFoC articolata sui livelli individuale, familiare e comunitario, tenuto conto dei dati epidemiologico-demografici e della variabilità geografico-territoriale nel contesto nazionale, potrebbe essere necessario inizialmente identificare, pur nella non esclusività legata al ruolo specifico e comunitario del professionista IFoC, un target prioritario di intervento. In via transitoria e fino a quando l’IFoC non sarà presente in modo diffuso sul territorio può essere utile dare priorità, in base ai bisogni ed ai dati locali, alla presa in carico di popolazioni specifiche, ad esempio delle persone con malattie croniche, alla valutazione dei bisogni della popolazione fragile, alla costruzione delle reti”.
L’intervento dell’IFoC si sviluppa sostanzialmente in tre ambiti:
- a livello ambulatoriale, come punto di incontro in cui gli utenti possono recarsi per ricevere: (a)informazioni, per orientare meglio ai servizi e (b) prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza rivolti alla prevenzione collettiva, alla sanità pubblica, e all’assistenza di base, inclusi interventi di educazione alla salute;
- a livello domiciliare, per valutare i bisogni del singolo e della famiglia e organizzare l’erogazione dell’assistenza, valutando, per le situazioni assistenziali a medio-alta complessità, l’attivazione della rete territoriale e dell’ADI;
- a livello comunitario, con attività trasversali di promozione ed educazione alla salute, integrazione con i vari professionisti tra ambito sanitario e sociale, mappatura e attivazione di possibili risorse formali e informali. Inoltre, presso strutture residenziali e intermedie (strutture socio-sanitarie) con attività di consulenza, monitoraggio e attivazione di risorse in base ai bisogni rilevati, per garantire la continuità assistenziale tra i diversi contesti di cura.
Livello ambulatoriale: l’attività ambulatoriale dovrebbe essere ad accesso diretto, secondo modalità definite in sede aziendale.
Può prevedere l’utilizzo di strumenti per il monitoraggio a distanza e per la teleassistenza che possono favorire l’accessibilità alle cure e la prevenzione, in sinergia con altri professionisti e con le organizzazioni territoriali. L’attività ambulatoriale si caratterizza per le seguenti attribuzioni:
Livello domiciliare: la visita domiciliare consente di rilevare anche i bisogni inespressi e di concordare con la famiglia le azioni necessarie per la promozione e il mantenimento della salute della persona attraverso il rafforzamento della sua autonomia, evitando il ricorso alle strutture di ricovero.
L’attività a domicilio, attraverso interventi diretti e indiretti focalizzati sulla persona e famiglia, si caratterizza per le attribuzioni già illustrate nell’attività ambulatoriale integrate dalle seguenti funzioni:
Livello comunitario: l’IFoC svolge attività trasversali con l’obiettivo di favorire l’accesso ai servizi, la continuità delle cure e l’integrazione tra i vari operatori sanitari/sociali e le possibili risorse formali e informali presenti sul territorio utili a risolvere problematiche inerenti i bisogni di salute e di agire in ottica preventiva. Collabora con gli enti del territorio, inclusa la scuola, su specifici progetti di promozione della salute. Attraverso il lavoro di rete, che non può essere definito solo come un metodo di lavoro, ma riflette un modo d’essere degli operatori, l’IFoC assieme agli altri professionisti (MMG, assistente sociale, ecc), accerta le risorse, le potenzialità dell’assistito, della famiglia, della comunità e dei servizi istituzionali sanitari e sociali, pone al centro la persona con i suoi reali bisogni e mette in rete tutte le forze, i mezzi, le strategie necessarie per offrire una risposta vicina alle reali necessità e attese. Così facendo l’assistito, le persone significative per lui e tutti i professionisti riflettono e cercano insieme le soluzioni per quella data situazione. Attraverso il passaggio di conoscenze, la relazione terapeutica e l’attivazione della rete, si può facilitare l’emergere dei potenziali di cura presenti a livello individuale, familiare e di comunità per la co-costruzione di salute.
L’infermiere di famiglia sarà dipendente del Ssn
L’IFoC è un dipendente del SSR che afferisce al distretto sanitario e si inserisce nell’organizzazione territoriale aziendale, all’interno delle Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali, Ospedali di Comunità e Unità di Continuità Assistenziale. È necessario che sia sostenuto il superamento del modello prestazionale, che sinora ha caratterizzato l’attività degli infermieri nei servizi territoriali e che l’IFoC svolga una funzione integrata e aggiuntiva a tali interventi, attraverso la realizzazione di modelli di prossimità e di iniziativa. Va realizzata la possibilità di condividere in modalità strutturate lo stesso bacino di utenti, definito e circoscritto sulla base di criteri geografici, con gli altri professionisti, tra cui in particolare il MMG e il PLS al fine di creare una vera équipe multiprofessionale che si costituisce in relazione alle caratteristiche sociali ed epidemiologiche, come elementi determinanti una comunità e i suoi bisogni, e divenire punto riferimento per la popolazione assistita.
Master per assumere il ruolo di Infermiere di famiglia
Nel ruolo di IFoC, si ipotizza di allocare in via preferenziale gli infermieri che sono in possesso del titolo accademico specifico (Master di I livello in Infermieristica di Famiglia e Comunità o affini). Secondariamente, in considerazione delle importanti e specifiche funzioni dell’IFoC, si ipotizza di prevedere la valorizzazione degli Infermieri che operano già in ambito territoriale e che vi abbiano maturato almeno un’esperienza biennale. Tali professionisti dovranno intraprendere uno specifico percorso formativo regionale. In ultimo, ulteriore criterio di assegnazione del ruolo potrebbe essere manifestazione di particolare interesse e motivazione verso l’infermieristica di Famiglia o Comunità, previa disponibilità ad intraprendere lo specifico percorso formativo. Potranno inoltre occupare la funzione anche coloro in possesso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche in ragione delle competenze acquisite in termini metodologici, di progettazione, purché i candidati intraprendano lo specifico percorso formativo.