“Con il Codice abbiamo voluto salvaguardare la libertà di coscienza degli infermieri, riconoscere gli infermieri come persone che si relazionano con altre persone. È un’innovazione che affonda le radici nella nostra storia, ma guarda al futuro per salvaguardare la volontà espressa dalla persona da trattamenti incongrui o non ritenuti coerenti con la percezione di vita o di salute. È un’innovazione con cui salvaguardiamo la vita”. Con queste parole la Fnopi (Federazione nazionale degli ordini professioni infermieristiche) ha spiegato la ratio alla base dei principi elencati nel Codice Deontologico delle professioni infermieristiche.
Il testo attualmente in vigore è stato redatto nel 2019, a testimonianza del fatto che tutte le professioni cambiano e di certo non fanno eccezione quelle sanitarie, le quali devono stare al passo con i cambiamenti tecnologici e l’evoluzione delle esigenze di salute della popolazione. Da questo punto di vista, la professione infermieristica è cambiata radicalmente e oggi non basta padroneggiare solo la “tecnica” ma è anche necessario curare il lato “umano” della propria professionalità.
Il ruolo di garanzia dell’infermiere rispetto al paziente: contenuti e limiti
Tra i componenti del gruppo di lavoro che ha redatto il codice c’è anche Pio Lattarulo, Dirigente sanitario di Area infermieristica e ostetrica e Dirigente delle Professioni Sanitarie presso il Presidio Ospedaliero Orientale e il Distretto Socio Sanitario numero 7 dell’ASL Taranto. Ai microfoni di Quotidiano Sanità, Lattarulo spiega che il ruolo di garanzia dell’infermiere rispetto al paziente “apre la prospettiva dell'advocacy, ovvero la difesa delle esigenze della persona assistita. Sono convinto, anche se questa non è una mia opinione personale, che gli infermieri trascorrano gran parte del loro tempo, insieme agli Oss, accanto ai letti delle persone assistite”. Ed è qui che avviene “il dialogo, la cui parte fondamentale è l’ascolto. Personalmente – spiega Lattarulo – applico il metodo socratico, ovvero la maieutica, per far emergere ciò che è più significativo per la persona assistita. In questo modo, riesco a comprendere le sue paure e ciò di cui ha bisogno per sentirsi al sicuro, mettendo in atto tutti gli strumenti previsti dal nostro codice professionale”.
Il dialogo è fondamentale per far accettare a un paziente una situazione molto limitante: “Un aspetto cruciale consiste nel riconoscere e rispettare i limiti della persona, aiutandola a capire qual è il massimo che può sopportare e quale direzione vuole intraprendere, soprattutto in una fase di vita completamente diversa da quella a cui era abituata. Ad esempio – spiega Lattarulo –, se si trova in una situazione limitante, come quella causata dalla SLA (sclerosi laterale amiotrofica), sarà necessario adottare un approccio radicalmente diverso rispetto a quando praticava un'attività sportiva intensa come i 100 metri piani”. Proprio per questo motivo, è importante “scrivere una nuova storia, adattata alla situazione attuale”.
Valore intrinseco ed estrinseco del codice deontologico
Lattarulo è responsabile scientifico del corso di formazione FAD “Etica, bioetica e deontologia per infermieri”, disponibile sulla piattaforma Consulcesi Club (7,5 crediti ECM), in cui si vengono chiariti definizioni e intenzioni di etica, morale e deontologia dell’infermiere. Viene dunque spiegato qual è il valore intrinseco (per il professionista) ed estrinseco (per il paziente) del codice deontologico: “È come indossare una maglia double face. La indosso, nella parte meno vivace, quando sono tra i colleghi, con i quali abbraccio i valori della professione, mentre il lato con i colori sgargianti lo sfoggio con orgoglio quando mi rivolgo ai cittadini. Lo faccio per spiegare a tutti, dal bambino all’anziano, cosa fanno gli infermieri per loro, cosa devono aspettarsi da questi professionisti e dall’ordine a cui appartengono. Ecco perché il nostro codice etico è un manifesto di valori intrinseci ed estrinseci. Grazie a questo, ci apriamo alla professione e alla società civile, lavorando in scuole, piazze, carceri e associazioni sportive. Insomma, ovunque, per il bene di tutti”. Lattarulo conclude con uno slogan pubblicitario di molti anni fa: “Qualcuno ha scoperto che oltre alle malattie esistono anche i malati. Noi infermieri lo sapevamo già”.
Arnaldo Iodice