Riprendono domani all'Aran le trattative per il contratto della dirigenza medica e sanitaria. Ma, stretta tra risorse contingentate e carenza di personale, la partita del rinnovo per il triennio 2019-21 non esaurisce le rivendicazioni dei sindacati medici, che si dicono “sul piede di guerra” e “pronti alla mobilitazione” in vista di un'altra fondamentale partita, ovvero le risorse per la sanità nella prossima Manovra. “Per la sopravvivenza del Servizio sanitario nazionale servono almeno 4 miliardi aggiuntivi, di cui 2,7 miliardi solo per il rinnovo del contratto dei dirigenti sanitari medici e veterinari per il triennio 2022-2024”, spiega all’ANSA Pierino di Silverio, segretario dell'Anaao Assomed, il più rappresentativo sindacato dei medici dirigenti sanitari.
I 4 miliardi, rivendicati anche dalle regioni e chiesti dal ministro della Salute Schillaci al Mef, però, non bastano, secondo il sindacato. “Occorre aumentare dell'1,5% - precisa di Silverio - la percentuale della spesa sanitaria pubblica rispetto al Pil, ora intorno al 6,1%”.
Intanto domani riprende la trattativa all'Aran: si discute ancora del contratto 2019-2021, perché il confronto sul triennio successivo è ancora da intavolare. Dalla reperibilità all'indennità specifica fino alla formazione continua, obiettivo dei sindacati è migliorare le condizioni di lavoro di 130.000 medici, dirigenti sanitari e veterinari. Dopo l'accelerata pre-vacanze, i nodi da sciogliere sono gli stessi che hanno portato le sigle a non accettare il testo proposto a luglio: in primis l'orario di lavoro e i fondi contrattuali.