In Italia il servizio di psiconcologia viene garantito solo ad un paziente su cinque. L’80% dei malati di cancro è costretto a trovare da solo soluzioni o utilizzare strutture fai da te, grazie a volontari e a figure non sempre specializzate. Con gravi danni per la capacità di combattere la neoplasia e forti riflessi sulla qualità di vita sia del singolo che del familiare. Ma se sull'assistenza non mancano i problemi sul piano scientifico l'Italia è ai primi posti. Una leadership confermata dall’assegnazione al nostro Paese del XXIV Congresso mondiale di Psiconcologia che si terrà alla fiera di Milano dal 31 agosto al 3 settembre e che viene presentato oggi in una conferenza stampa al Senato della Repubblica, su iniziativa di Francesco Zaffini, presidente della Commissione Sanità di Palazzo Madama.
"Il nostro Paese è all’avanguardia in questo settore - spiega Gabriella Pravettoni, presidente del Congresso, docente di Psicologia delle decisioni presso l’Università degli Studi di Milano - e nel garantire ai malati il giusto supporto in una fase molto delicata, come sottolineano ormai centinaia di studi clinici pubblicati sulle principali riviste scientifiche internazionali" La psiconcologia "è un servizio sempre più richiesto dal paziente e dai familiari sia durante la fase della comunicazione della diagnosi, all’avvio del percorso terapeutico fino al follow up", aggiunge il Gianluca Vago, direttore Dipartimento di Oncologia dell’Università Statale di Milano.
"Purtroppo, ancora troppo spesso il diritto al supporto psicologico viene negato ai malati e ai caregiver oncologici", sottolinea Elisabetta Iannelli, segretario generale della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo). "Riceviamo di continuo lamentale per l’assenza di questa figura nei luoghi di cura mentre numerose sono le associazioni di pazienti che garantiscono lo psiconcologo con fondi propri. Ma è ora di cambiare, anche se purtroppo le premesse non sembrano buone con un Piano oncologico nazionale che dedica davvero poco spazio e nessuna indicazione in termini di programmazione del servizio e di stanziamento di risorse per rispondere a questo imprescindibile bisogno di salute. Un diritto solo enunciato."