Farmacie. Mandelli (Fofi): “Non è ai farmacisti che si deve chiedere più generosità”
Commentando l’intervento del ministro a Farmadays, il presidente della Fofi ricorda al titolare della Salute che “il cliché del farmacista ricco è ormai privo di fondamento” e che “in molte parti d’Italia il farmacista svolgere il suo servizio anche di fronte a fortissimi ritardi nei pagamenti da parte delle Asl”.
15 OTT - "L'invito ai farmacisti ad essere generosi lanciato dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, nel suo intervento a Farmadays ci lascia molto perplessi. In primo luogo perché ancora pare riferirsi a un cliché ormai privo di fondamento: quello del farmacista 'ricco' che grazie alla farmacia si permette 'la fuoriserie e la casa al mare' tanto per restare tra gli stereotipi". Ad affermarlo, replicando alle parole del ministro (vedi l'intervento nei video a fondo pagina) è il presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti (Fofi), Andrea Mandelli. Che a Balduzzi ricorda come "Oggi, in particolare per i giovani, la titolarità della farmacia non è certo un buon affare, come si suol dire, e la situazione sicuramente non migliorerà con l’arrivo di 4500 nuove farmacie e con la costante discesa del prezzo dei farmaci. Una congiuntura negativa che ha pesanti effetti anche sui livelli occupazionali dei farmacisti non titolari, per i quali la Federazione è fortemente preoccupata".
Non solo. Secondo Mandelli "sembra si ignori che in molte parti d’Italia, oltretutto le meno floride economicamente, il farmacista continua a svolgere il suo servizio – direi generosamente – anche di fronte a fortissimi ritardi nei pagamenti da parte delle ASL. Peraltro, le prospettive future che la professione indica per il servizio farmaceutico vanno piuttosto nella direzione di un maggior impegno del farmacista nel processo di assistenza e cura, verso il cittadino, e nell’organizzazione territoriale dei servizi".
"Siamo lontani, quindi - prosegue il presidente della Fofi -, da una chiusura egoistica a difesa del 'particulare' c’è semmai, e non da oggi la generosa consapevolezza che o il sistema mette al centro il cittadino o è destinato a collassare. E per collaborare a questo cambiamento fondamentale la rappresentanza della professione si è attivata da tempo: con analisi e ricerche, con la costruzione del consenso attorno a un progetto di rinnovamento e, infine, con la sperimentazione di nuove forme di intervento a supporto delle cure al cittadino. In questa fase, nella quale il Governo ha posto l’accento sul rigore e l’equità, della seconda si è persa ogni traccia, e non è ai farmacisti che si deve chiedere maggiore generosità".