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Farmacia. Fenagifar: “Il futuro sono le aggregazioni o le catene?”


Per il presidente della Federazione dei giovani farmacisti si potrebbero attivare “processi di aggregazione tra farmacie che, pur mantenendo in capo al singolo farmacista la proprietà e la gestione della stessa, producano delle economie di scala vantaggiose per l’utenza e remunerative per la struttura”.

05 OTT - “Una scelta professionale ed imprenditoriale: aggregazioni o catene?”. Questo il titolo del convegno promossa da Fenagifar, in occasione della seconda edizione di Pharmevolution, svolta nei giorni scorsi.

“I ripetuti provvedimenti governativi dell’ultimo anno dalle liberalizzazioni, alla riduzione del finanziamento dello Stato verso il Ssn, alle continue modifiche sull’assetto del sistema farmaceutico, hanno precisi obiettivi: separare la proprietà della farmacia dalla gestione, favorire l’ingresso di capitali di soggetti imprenditoriali, assecondare la trasformazione del modello di farmacia da latino ad anglosassone, avviarsi verso una maggiore privatizzazione della spesa sanitaria”, ha infatti osservato il presidente Fenagifar, Claudio Distefano. Spiegando che “noi consideriamo maturo il tempo per ribadire una netta scelta tra i due modelli possibili di farmacia (latino ed anglosassone), ovvero tra la Pharmaceutical care ed il drugstore. Una delle principali necessità per giungere al modello sperato è l’attuazione di progetti già individuati sia dalla Fofi sia dalla Federfarma, ma non ancora pienamente realizzati”.

“Le motivazioni – spiega ancora Distefano - sono legate all’assenza di risorse pubbliche ad essi destinabili e, di converso, alla difficoltà per le singole farmacie di affrontarne gli esborsi necessari per attivarli. Potrebbero, quindi, essere necessari dei processi di aggregazione tra farmacie che, pur mantenendo in capo al singolo farmacista la proprietà e la gestione della stessa, producano delle economie di scala, sufficienti ad attivare ed a rendere sostenibili i progetti, così da essere vantaggiosi per l’utenza e remunerativi per la struttura che li eroga”.

Per il presidente della Fenagifar, “fino ad oggi l’aggregazione tra farmacie ha avuto lo scopo principale di migliorare le condizioni di acquisto, aumentando il potere contrattuale con l’industria o creando un sistema di concorrenza con la distribuzione intermedia ‘pura’. I giovani farmacisti, però, devono ragionare in ottica generazionale, quindi anticipare gli scenari futuri”.

E secondo Distefano “oggi le nuove forme di aggregazione tra farmacisti o le catene imprenditoriali dovrebbero proporsi, pur nelle loro diversità, come soggetti che permettano alle singole farmacie di raggiungere l’obiettivo della realizzazione del modello di Pharmaceutical care ed il miglioramento delle performance economiche aziendali. Le diverse scelte – ha concluso il presidente della Fenagifar - serviranno a promuovere forme di concorrenza virtuosa tra le farmacie o, meglio ancora, tra le farmacie ed i soggetti esterni, a noi avversi, che vogliono entrare nel mondo della salute”.
 

05 ottobre 2012
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