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Congresso nazionale Fimmg. Millillo: “Il Governo ci sostenga o pronti allo scontro”


L’immagine e la dignità dei medici di famiglia vanno difesi anche perché l’assistenza territoriale è un tassello indispensabile per la sostenibilità del Ssn. È il messaggio lanciato dal segretario del sindacato, che chiede soluzioni concrete per la sanità o sarà scontro. La relazione integrale di Milillo.

04 OTT - I conti non tornano. Nonostante l’appeal verso i medici di famiglia continui a mantenere un trend in crescita tra i cittadini e l’assistenza territoriale sia ormai considerato un tassello fondamentale per la sostenibilità del Ssn, la figura del medico di famiglie è sotto assedio. Come non è ancora privo di ostacoli il percorso per la ri-fondazione della medicina generale, anche se il Decreto Balduzzi contiene molti passi in avanti. Per questo i professionisti della Fimmg auspicano il sostegno di chi Governa a quanti “lavorano con impegno e serietà e difendano la loro immagine e dignità”.
I medici faranno la loro parte: sosterranno il Ssn. Ma a patto che venga aperto un confronto franco e leale, per trovare soluzioni concrete per la sanità e “non comode vie di fuga”. Se tutto questo non sarà compreso e accolto in questi termini, inizierà una stagione, pericolosa per tutti, di scontro fra le parti. Fino a "imbracciare i forconi".
È questo il messaggio lanciato da Giacomo Milillo, nella sua relazione al 67° Congresso nazionale Fimmg Metis in corso a Villasimius, dal titolo “Integrazione professionale: una scelta necessaria”.
Una relazione dettagliata che ha toccato molti temi: dalla reputazione della medicina generale, alle soluzioni per il Ssn, dalla riforma dell’assistenza territoriale all’assistenza farmaceutica. Toccato anche il tema del Decreto balduzzi, sui quali sta prendendo corpo la riscrittura di alcune parti del testo.
 
Una categoria sotto assedio. Nonostante la fiducia dei cittadini verso i medici rimanga intatta, le criticità non mancano. Gli interlocutori istituzionali, Regioni in primis, sempre più spesso ricorrono a “imposizioni autoritarie” con leggi, direttive e interpretazioni arbitrarie delle normative. Ma anche le leggi e le Aziende, in nome dell’appropriatezza, fanno di tutto per erodere il credito sulle capacità professionali dei medici. Un esempio? Per accedere a farmaci innovativi, prestazioni integrative ed eseguire indagini costose ricorrono all’autorizzazione di uno specialista considerando così i medici di famiglia “neppure all’altezza di formulare la diagnosi che è necessaria al riconoscimento dell’esenzione dal Ticket”.
A questo si aggiungono anche altri “attacchi" che mettono in discussione la figura dei camici bianchi: “Pensiamo solo alle migliaia di medici di famiglia indagati dai Nas o dalla Guardia di Finanza e denunciati prima del giudizio alla pubblica opinione per ipotesi di reato che non erano neanche nella condizione materiale di poter commettere. Un esempio clamoroso è quello della Lombardia nel 2006: 465 medici denunciati per presunti danni erariali superiori a 25 milioni di euro, ma 188 procedimenti furono archiviati nel 2007 e solo quattro sentenze sfavorevoli al 2012”.
Le istituzioni devono quindi difendere la figura dei medici di famiglia. “Ci aspettiamo – ha affermato Milillo – che chi governa a qualsiasi livello, se tiene al Ssn, difenda nell’opinione pubblica l’immagine e la dignità dei professionisti che vi operano, non negando i problemi ma sostenendo quanti, e sono la maggioranza, lavorano con serietà nell’interesse dei loro assistiti, almeno per quanto l’organizzazione dei servizi lo consente”. Perché il futuro e la sostenibilità del Ssn, “non dipendono solo dall’entità dei finanziamenti, ma anche dalla fiducia dei cittadini in chi vi opera ed in chi amministra”.
 
La leva del decreto Balduzzi e il rinnovo della Convenzione. Per Milillo occorre invece realizzare realmente il giro di boa auspicato da anni per sostenere il sistema, e senza l’assistenza territoriale questo non sarà possibile. Anche perché tutte le soluzioni che potrebbero essere messe in campo – dalla definizione dei Lea universali ed equi, all’individuazione di livelli integrativi di assistenza sostenibili con fondi integrativi alimentati dai cittadini direttamente o attraverso un welfare contrattuale, fino ticket dimensionati in relazione al reddito – non potranno realizzarsi senza il potenziamento dell’assistenza territoriale.
Ma finora poco, nei fatti, è stato realizzato. Ora con il Decreto Balduzzi qualcosa potrebbe cambiare: ha, infatti, il coraggio di ribadire con determinazione “l’esigenza di mettere mano con urgenza al potenziamento dell’assistenza territoriale e introduce alcune novità nei principi che devono ispirare la stesura della prossima convenzione”. Occorre però che subito dopo la conversione in legge del Decreto, debbano iniziare le trattative per la definizione normativa degli Acn, pur “nei limiti delle disponibilità finanziarie”. “L’obiettivo – ha spiegato Milillo – è modificare la normativa in modo che quando saranno disponibili stanziamenti aggiuntivi questi possano alimentare il nuovo assetto della medicina generale e dell’assistenza territoriale e non quello vecchio. Il rinnovo normativo dell’Acn sarà anche l’occasione per mettere ordine sulle competenze dei diversi livelli di contrattazione ed evitare controproducenti e confondenti interferenze".
E sui possibili cambiameni al d Decreto. Su questo punto Milillo è stato deciso. "Il fatto che il Governo intenda mettere mano all’articolo 1 del decreto di per se non è una brutta notizia. Certo la cosa ci mette ansia, voglio sperare che l’articolo sulle cure primarie non venga stravolto altrimenti ci costringerebbero a imbracciare i forconi. Quello che temiamo maggiormente è che nel testo venga fissata  una scadenza alla chiusura dell’Acn oltre  la quale verrebbe  lasciato campo libero alle regioni di procedere alla riforma secondo i loro criteri. La speranza è che il ministro mantenga quanto dichiarato in merito all’aggregazione territoriale e al ruolo unico.

 
L’assistenza farmaceutica: nessuna avversione preconcetta verso i generici.
Quello della farmaceutica ha sostenuto Milillo èun mondo affollato di interessi contrapposti, dove, pur di giustificare i propri comportamenti, alcuni non esitano a distorcere quanto da anni affermiamo coerentemente. Il medico di medicina generale è eticamente tenuto a prescrivere quello che concretamente serve all’assistito, con il minor rischio possibile, al minor costo possibile per il Ssn e per l’assistito stesso”. Quindi ha sottolineato: “Non ci sono avversioni preconcette nei confronti dei farmaci generici, anche se consapevolmente ribadiamo che bioequivalenza, non solo secondo noi non significa identità, soprattutto quando ad assumerli sono individui che non sono identici e forse neppure bioequivalenti fra loro. I farmaci generici sono un’opportunità. Quello che rigettiamo, perché lo riteniamo limitativo della nostra autonomia professionale e lesivo dell’interesse dei pazienti, è la sostituibilità imposta dei farmaci prescritti dai medici e tutte le relative complicazioni burocratiche che ciò comporta”. La Fimmg intende quindi seriamente dibattere l’aspetto professionale del problema. “Per questo motivo – ha aggiunto – abbiamo realizzato sul problema della sostituibilità un documento che presentiamo nel nostro congresso e che invieremo a diverse organizzazioni mediche nel mondo, chiedendo opinioni nel merito”.
 
Medici pronti a fare la loro parte. “I medici di medicina generale sono consapevoli della difficoltà che la crisi economica comporta per il Paese e per la sua sanità – ha ricordato Milillo – responsabilmente sono disponibili a dialogare, nel rispetto di un sistema maturo di relazioni, con tutte le Istituzioni nazionali e regionali per contribuire al superamento delle difficoltà” La sostenibilità del Ssn è da considerata dai medici di famiglia come un traguardo che chiama da un’alleanza tra tutti i principali attori della sanità.
“Siamo pronti a offrire il nostro contributo – ha quindi aggiunto Milillo – aperti a un confronto, purché sia franco e leale, finalizzato alla ricerca di soluzioni concrete e organiche, rispettose della dignità di tutti i soggetti interessati, nell’interesse prioritario dei cittadini, ma soprattutto che impegnino chi le condivide a realizzarle”. Che siano assunzione di responsabilità vere e “non comode vie di fuga per lasciare alle future generazioni problemi incancreniti dalla progettazione fine a se stessa, assurta a metodo di programmare e amministrare”.
Se questa disponibilità non sarà compresa e accolta in questi termini, ha chiosato Milillo “la categoria, consapevole che non è in gioco un aumento di stipendio, ma la sua stessa esistenza, sarà presto costretta a utilizzare tutte le armi di tutela tradizionali e innovative che potrà immaginare, aprendo una stagione, pericolosa per tutti, di scontro fra le parti”.

04 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

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