Occorre, prima di tutto, una rivoluzione delle coscienze affinché anche tutti i professionisti della sanità comprendano appieno l’importanza dell’aggiornamento continuo in Medicina, un obbligo ma prima ancora un dovere deontologico. Così la pensa Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine nazionale dei Biologi, che invoca anche una formazione che sia più pratica e più rivolta ai nuovi ambiti della biologia, dove è fondamentale avere esperienza per entrare nel mondo del lavoro. “Gli italiani avrebbero bisogno del precetto oltre che della norma perché la norma hanno la vocazione ad evaderla” spiega D’Anna, commentando l’obbligo formativo sancito per legge. “Il professionista si deve aggiornare perché solo così può svolgere al meglio la propria professione”, continua l’ex senatore.
Presidente, esiste una legge che prevede l’obbligo formativo per gli operatori della sanità. Un Ordine come può convincere i propri iscritti ad adempiere a questo obbligo?
Noi ci illudiamo di esserci in parte riusciti, almeno per quella parte di iscritti che segue le attività dell’Ordine. Molta gente ritiene che l’Ordine professionale sia una solo una tassa da pagare per esercitare. Niente di più sbagliato e io parlo con serenità di coscienza per quanto riguarda l’Ordine che l’onore di presiedere. Queste persone non si interessano, non seguono il sito, non leggono i giornali. Abbiamo creato una rete di comunicazione e di interazione, abbiamo un’app attraverso il quale il biologo si può collegare, abbiamo aderito al diario formativo di Cogeaps per cui ogni biologo che è iscritto al diario formativo riceve 30 punti gratuiti al biennio. Abbiamo una commissione composta da docenti universitari che valutano i contenuti dei corsi Fad o degli eventi che danno crediti ECM in modo tale da non affidarsi ad eventi privi di contenuti ma che servono solo come ‘puntificio’. I nostri biologi attraverso l’area loro riservata possono seguire il giornale telematico che noi inviamo all’interno del quale c’è un apposito articolo scientifico, loro lo devono leggere, devono compilare il test per capire se hanno compreso e assegniamo due/tre punti ECM per ognuno di questi articoli. Poi abbiamo una pletora di eventi telematici e corsi Fad. Attraverso la commissione degli esperti, noi siamo sicuri di poter dare ai nostri iscritti la gratuità e l’attendibilità. Ci preoccupiamo di fare una formazione che possa essere indirizzata ai nuovi settori della biologia. È inutile che noi diciamo che i biologi possono fare 80 diverse attività: per iniziare una strada nuova bisogna avere nel bagaglio non solo nozioni teoriche ma anche quel minimo di nozioni pratiche per cominciare un esercizio libero professionale o per vincere un concorso.
Secondo lei è più utile utilizzare incentivi o puntare sulle sanzioni?
L’utente/paziente ha, però, il diritto ad avere un professionista formato…
L’Ordine non è un ufficio che eroga servizi. Ma ben venga tutta questa miriade di attività. In quattro anni e mezzo abbiamo fatto 260 eventi, a cui hanno partecipato anche tre premi Nobel, sulla nutrizione è venuto anche Valter Longo. Ma se gli iscritti non si interessano rimarranno sempre indietro. Li possiamo sanzionare come vogliamo, ma serve una rivoluzione delle coscienze.
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