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Parafarmacie sulla sentenza della Consulta sui test Covid: “È una sconfitta per tutti i farmacisti”


Devito (Movimento nazionale liberi farmacisti): “Questa decisione non è una sconfitta delle parafarmacie, ma di tutti i farmacisti italiani in quanto viene negato alla radice il ruolo professionale del farmacista e del suo operato, che se fosse stato valutato come prevalente, non sarebbe stato di certo influenzato, come non è nella realtà, dal luogo ove questo viene esercitato”.

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“Le sentenze, come le pronunce della Corte Costituzionale si rispettano, questo non vuol dire che esse non siano criticabili”, commenta così la recente sentenza della Consulta, Vincenzo Devito, Presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti.

Innanzitutto - spiega - non siamo stati noi a chiedere questa pronuncia, ma il TAR delle Marche, benché il Consiglio di Stato avesse chiesto di porre il quesito alla Corte di Giustizia di Bruxelles. Questo fatto peserà e molto sul proseguo di questa battaglia di giustizia che non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare”.

Entrando nel merito della pronuncia, Devito rileva come “diversi aspetti siano censurabili, tanto da far dubitare se gli estensori della stessa abbiano letto con la dovuta attenzione gli atti messi a loro disposizione”.

“Innanzitutto - prosegue - questa decisione non è una sconfitta delle parafarmacie, ma di tutti i farmacisti italiani in quanto viene negato alla radice il ruolo professionale del farmacista e del suo operato, che se fosse stato valutato come prevalente, non sarebbe stato di certo influenzato, come non è nella realtà, dal luogo ove questo viene esercitato”.

“Ma quello che salta agli occhi e fa sorridere - sottoline Devito - è quando la Corte afferma che la decisione di limitare il numero dei soggetti abilitati all'esecuzione dei tamponi, ovvero alle sole farmacie e non già alle parafarmacie, risponderebbe alla volontà del legislatore di non "sovraccaricare" il sistema per poter rendere più agevole la ricezione dei dati. Un'affermazione che solo il rispetto per l'istituzione non definiamo ridicola, ma che la dice lunga sulla conoscenza della realtà operativa dei sistemi informatici utilizzati”.

“Leggere affermazioni come quella fatta dalla Corte che la scelta del legislatore sarebbe stata orientata dalla volontà di tutelare la salute dei cittadini, non è solo una contraddizione in termini - aggiunge Devito - in quanto si tratta con l'estensione alle parafarmacie di far emergere il maggior numero di positivi al Covid proprio per limitarne la diffusione, ma un errore grossolano e grave”.

Per l'esponente delle parafarmacie, “la scelta del legislatore non è stata solo irragionevole ed arbitraria rispetto alle esigenze dei cittadini, si veda a tale proposito le file davanti alle farmacie che oggi si stanno riproponendo, ma frutto di emendamenti provenienti proprio da chi ha tutti gli interessi di creare nuove "bolle" monopolistiche, di cui la "farmacia dei servizi" si sta vestendo da tempo”.

“Qui non si parla di farmaci - aggiunge - ma di servizi da offrire ai cittadini, servizi che in molte regioni le parafarmacie offrono, si veda la distribuzione dei prodotti per la celiachia o i presidi per incontinenti e diabetici, gestione che avviene con lo stesso sistema e con le stesse regole sulla privacy adottata dalle farmacie“.

“Nessuno si è mai lamentato del servizio, segno tangibile che non è questa la discriminante tra farmacie e parafarmacie sull'esecuzione dei tamponi. Perchè limitare il numero di soggetti che possono offrire questi servizi? No, la discriminante è la volontà di non avere concorrenza, la discriminante è solo economica, perchè l'esecuzione dei tamponi gonfia il fatturato delle farmacie. Certamente la storia sui tamponi non è finita, nuovi capitoli si stanno per aprire”, concude Devito.



11 luglio 2022
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