“Il PNRR era il punto di partenza, il rinnovamento del SSN e le opportunità offerte dalle tecnologie per la salute sono la prospettiva futura con cui abbiamo affrontato in tutte le sessioni”, ha dichiarato in chiusura dei lavori il presidente dell'Associazione Umberto Nocco, “Dopo Riccione per noi è sempre più evidente, anche grazie ai dialoghi di questi giorni, che la tecnologia utile è quella che parte da un bisogno clinico e che viene inserita all'interno di un processo corretto. E' solo grazie alla valutazione multidimensionale del paziente e del suo bisogno che possiamo determinare le migliori risposte: se queste vengono inserite all'interno di un'organizzazione efficiente ed efficace, raggiungiamo il vero successo di una corretta programmazione degli investimenti tecnologici, siano essi di grandi apparecchiature, che di devices e reti”.
Oggi il ruolo degli ingegneri clinici è di professionisti esperti in cultura tecnologica, in grado di superare i vecchi “confini” ospedalieri: anche a Riccione è risultata evidente la sempre maggiore attenzione che viene data dalle politiche sanitarie e dalla programmazione al territorio ed alla medicina di prossimità ed anche qui questa professione inizia ad essere coinvolta. “L'ingegnere clinico ormai è in prima fila nel dialogo con il medico di medicina generale”, ha sottolineato Nocco, “Noi parliamo con i cittadini e con le loro associazioni, e ci rapportiamo alle altre professioni sanitarie ed al management territoriale portando un contributo di competenze e di progettualità che sarà messo a disposizione delle case di comunità, della telemedicina e dell'interoperabilità di sistema. Siamo in pratica al punto di avvio di una fase evolutiva per tutta la sanità e come professione offriremo la massima collaborazione affinché le tecnologie possano esprimere (in totale sicurezza) il miglior contributo possibile sia nelle strutture ospedaliere che nella sanità di prossimità”
La tecnologia utile, concreta, a portata di mano: questa il comune denominatore degli oltre 150 progetti provenienti da tutta Italia e da ambiti professionali diversissimi (ingegneria clinica, fisioterapia, chirurgia, ricerca pura, informatica medica, organizzazione.....) raccolti dall'AIIC AWARDS, premio destinato alle migliori progettualità nell'ambito delle tecnologie sanitarie nazionali. L'AWARD - grazie ad una giuria specialistica particolarmente attenta e competente - ne ha selezionati nove che con grande qualità e innovazione, hanno coperto un panorama ampissimo di problematiche in cui le tecnologie possono "fare la differenza già da oggi".
I Premi, consegnati nel corso del XXII Convegno nazionale AIIC, sono stati occasione – come dichiarato dal Presidente del Convegno Lorenzo Leogrande, “di una riflessione sulla capacità dei giovani professionisti italiani di produrre e sviluppare progettualità in grado di incidere concretamente sul miglioramento della vita quotidiana dei pazienti, come anche sul potenziamento delle organizzazioni sanitarie che utilizzano le tecnologie digitali”.
E' stato Nino Cartabellotta (presidente GIMBE), presidente della Giuria specialistica dell'AIIC AWARDS a consegnare i premi, che sono andati a: Marta Catte (ASL3 Nuoro) per “Soluzioni per il territorio: population health management nella ASL3 di Nuoro” (categoria: PNRR, progetti e proposte per una nuova sanità); Brando Romani(Design Campus, Università di Firenze) per “B-MO: progetto di un dispositivo del servizio integrato per il monitoraggio della BPCO” (categoria: Sanità digitale e telemedicina); Greta Puleo (ASST Niguarda, Milano) per un progetto nell'ambito della radiochirurgia stereotassica intracranica che interessa l'ambito delle neoplasie, “Aggiornamento Leksell Gamma Knife Icon” (categoria: Gestione delle tecnologie biomediche); Danilo Pani (Università di Cagliari) per “Domomea: la teleriabilitazione domiciliare per il paziente post-Ictus” (categoria: Innovazione-processi, prodotti, servizi); Luca Cinquepalmi (Fondazione ENPAM, Roma) per il progetto formativo "TECH2DOC" (categoria: Formazione continua e training professionale); Marco di Paola (CNR-Istituto di Fisiologia Clinica, Roma) per il progetto "Prevenzione e diagnosi precoce delle fratture da fragilità: tecnologia ecografica REMS" (categoria: applicazioni innovative di bioingegneria); Annalisa Nardone (università di Pisa) per "Patient involvement in health technology assessment" (categoria: Valutazione delle tecnologie ed esperienze di procurement); Daniele Pietrobon (Ospedale Bambino Gesù, Roma) per "Telemetria e telemonitoraggio per lo scompenso cardiaco pediatrico" (categoria: Sperimentazione clinica sui medical devices); Michele Bava (Università di Trieste) per "Sistemi avanzati per analisi e gestione del rischio per la Cybersicurezza dei dispositivi medici" (categoria: interoperabilità dei dispositivi). A questi premi, attribuiti dalla giuria specialistica, si è poi aggiunto il premio della giuria popolare che è stato assegnato a Gian Luca Viganò (ASST Spedali Civili Brescia), per “Digitalizzazione dei processi di ingegneria clinica” (che era inserito nella categoria Gestione delle tecnologie biomediche).
Concludendo l'evento di premiazione il presidente AIIC Umberto Nocco ha sottolineato “che i valori di concretezza e multidisciplinarietà dell'AIIC AWARDS sono le leve vincenti di questo premio. Nei prossimi anni intendiamo sviluppare questa proposta con un sempre maggior coinvolgimento di centri di ricerca, università, strutture sanitarie sul territorio e soggetti della produzione per riuscire a rappresentare sempre più in profondità quanto il settore della healthcare technology sviluppa nel nostro Paese”.
Chiuso il sipario sull'evento di Riccione, il mondo dell'ingegneria clinica e delle tecnologie healthcare ha dato appuntamento alla primavera del 2023: il XXIII Convegno AIIC è infatti stato già annunciato per il prossimo 10-13 maggio. La location prescelta è la Fortezza da Basso di Firenze, dove l'Associazione festeggerà anche i 30 anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1993 grazie ai “pionieri” italiani della professione.