Carenza personale veterinario. Grasselli (Sivemp): “Servizi a rischio di inadeguatezza”
In una lettera inviata al ministero Speranza, Il Segretario nazionale dei veterinaria lancia l’allarme: “A rischio sia il livello di garanzie sanitarie interne sia la proiezione sui mercati internazionali dei nostri prodotti della eccellente filiera agroalimentare che, senza adeguate credenziali sanitarie certificate da servizi veterinari dotati delle necessarie competenze, non potranno essere esportati”
13 APR - È allarme organici nei Servizi veterinari del Ssn. Le Aziende Sanitarie e le Regioni hanno trascurato la pianificazione del turn over del personale veterinario dirigente e la situazione si sta aggravando e prelude ad una inadeguatezza della complessiva funzione di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare. I dati del conto annuale della Ragioneria dello Stato evidenziano che dal 2009 al 2019 i dirigenti veterinari sono diminuiti del14%. Inoltre il personale veterinario over 60 anni supera il 32% degli organici in servizio. Ad oggi il deficit di veterinari del Ssn è del 17%, ma in realtà la carenza è del 25% e si considerano le nuove necessità di prevenzione e se si persegue una efficace copertura dei Lea.
Questo il grido di allarme lanciato da
Aldo Grasselli Segretario nazionale del Sivemp in una lettera inviata al ministro della Salute
Roberto Speranza nella quale si chiede di “sollecitare le Regioni a porre rimedio alle carenze degli organici dei medici veterinari dirigenti delle Aziende Sanitarie, in particolare per affrontare le crisi già presenti nel paese e per mantenerne l’assetto pubblico, l’efficienza e la prontezza di un sistema che altrimenti non potrà dare le garanzie e le certificazioni sanitarie che ad esso sono affidate, con grave danno per l’economia nazionale”.
Grasselli ricorda le emergenze epidemiche animali quali l’Influenza Aviaria, la Peste Suina Africana, ormai sul nostro territorio o l’Afta Epizootica che dilaga nella sponda africana del mediterraneo e “impone una adeguata preparazione ad una tempestiva eradicazione per evitare, in caso comparisse un focolaio in Italia, un disastro economico per il comparto agroalimentare.”
Senza interventi tempestivi di reclutamento, le funzioni della Sanità Pubblica Veterinaria e di One Health, denuncia Grasselli, non saranno esigibili perché un vuoto di tali proporzioni rende oggettivamente impossibile esercitare con appropriatezza le molteplici incombenze istituzionali e garantire la prevenzione. Se a ciò non verrà posto rimedio, problemi come il benessere nelle filiere zootecniche e nei macelli, la lotta alla antimicrobico resistenza, la lotta al randagismo, il controllo degli alimenti di origine animale, il monitoraggio dei rischi di impatto ambientale della zootecnia e dell’acquacoltura, la vigilanza sulle popolazioni animali invadenti, la protezione del nostro patrimonio zootecnico dalle malattie infettive e la loro eradicazione, non saranno adeguatamente gestiti e impediranno al “sistema paese” di offrire sufficienti garanzie ai cittadini italiani nonché ai partner commerciali comunitari ed internazionali.
“L’allarme lanciato – ha dichiarato – vuole rappresentare oggettivamente che con la inadeguatezza dei servizi veterinari italiani si metterà a rischio sia il livello di garanzie sanitarie interne sia la proiezione sui mercati internazionali dei nostri prodotti della eccellente filiera agroalimentare che, senza adeguate credenziali sanitarie certificate da servizi veterinari dotati delle necessarie competenze, non potranno essere esportati. Questo è uno dei motivi per il quale alla giornata d’apertura del nostro prossimo Congresso nazionale interverranno, oltre la politica, autorevoli esponenti delle filiere produttive ed economiche.
13 aprile 2022
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