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La guerra dei generici. Fimmg: "Emendamento per favorire farmacisti?”. Fofi: “Polemica pretestuosa”


Per il segretario della Fimmg, inoltre, costringere il medico a prescrivere il principio attivo e lasciare al farmacista la scelta del farmaco è "un'invasione di campo". Il presidente Fofi replica: “Una professione cresce attraverso l’approfondimento delle sue competenze, non espropriando quelle altrui”.

31 LUG - La polemica sull’emendamento alla spending review sulla prescrizione per principio attivo (ammorbidita nel maxiemendamento del Governo), si sposta dai medici e industriali ai medici e farmacisti. Il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo, commenta infatti le posizioni espresse da Fofi e Federfarma sull'emendamento affermando che “fanno sorgere non pochi dubbi. Non vorremmo che il provvedimento fosse pensato da qualche ‘ragioniere’ più per favorire una categoria, ripagandola così per i sacrifici richiesti, piuttosto che i cittadini, naturalmente scaricando il disagio sui medici prescrittori".
 
“Non condivido - ha aggiunto Mililllo - l'attacco da parte del dott. Mandelli (presidente della Fofi, ndr). E' chiaro che un emendamento del genere porterebbe solo disagi e non produrrebbe benefici. Se i farmacisti pensano che individuare il prodotto contenente il principio attivo prescritto dal medico non sia un'invasione di campo professionale, si assumano anche sul piano legale la responsabilità della sostituzione e dei suoi eventuali effetti. E se l'obiettivo del Governo è quello di risparmiare sui farmaci perché – si domanda Milillo - non pensare allora alla distribuzione diretta dei farmaci negli studi medici,come avviene in Gran Bretagna, attraverso un accordo con le Aziende sanitarie e il coinvolgimento di  farmacisti in cerca di primo incarico?".

La replica del presidente della Fofi, Andrea Mandelli, non si è fatta attendere: “Si ha come l’impressione che il dottor Milillo abbia scelto i farmacisti come un bersaglio polemico ‘a prescindere’ e non si comprende per quali finalità. Non si spiega altrimenti l’allusione a ragionieri che favorirebbero una categoria per compensarla di altri sacrifici imposti. Se ci sono ragionieri al lavoro, non lavorano per noi. Quanto alla sostituibilità tra farmaci con il medesimo principio attivo, ma anche dosaggio e forma farmaceutica, non è una pretesa del farmacista, ma è quanto stabilito dall’Aifa nell’elaborare le liste di trasparenza; è quindi fuori luogo parlare di responsabilità del farmacista. E in ogni caso il medico può sempre indicare che il farmaco non è sostituibile, sotto la sua responsabilità”.

A proposito della possibilità per i medici inglesi di dispensare medicinali, prosegue il presidente della Fofi, “è vero quanto dice Milillo, magari bisognerebbe specificare che questo avviene quando, per ragioni legate al territorio, non è possibile l’apertura di una farmacia. Si potrebbe aggiungere - ha concluso Mandelli - che in Gran Bretagna vi sono anche i farmacisti prescrittori, ma la Federazione ritiene che questa non sia una strada proficua: una professione cresce attraverso l’approfondimento delle sue competenze, non espropriando quelle altrui. E nemmeno creando contrapposizioni per il gusto della polemica”.
 

31 luglio 2012
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