Se il “podologo” fa il medico. Un parere del Css che fa discutere
Nell’ottobre 2011 il Consiglio superiore di sanità diceva sì alla prescrizione di ortesi per il piede da parte del podologo. Una decisone che suscita molte perplessità tra gli addetti. Ma il mistero della Salute liquida la questione: "Nulla da aggiungere rispetto a quanto scritto nel parere del Css".
20 LUG - La polemica è rimasta fin'ora sotto traccia. Circoscritta a un carteggio voluminoso tra addetti ai lavori e ministero della Salute. Ma la possibilità di fare prescrizioni mediche affidata anche ai podologi da un parere del Consiglio superiore di sanità è di quelle destinata a esplodere.
I fatti. Il caso nasce nel 2011, quando al ministero della Salute viene chiesto di pronunciarsi sulla presunta sovrapposizione di competenze tra tecnici ortopedici e podologi in relazione all’esecuzione di calchi e alla realizzazione di ortesi, cioè quei dispositivi di uso esterno utilizzati per modificare le caratteristiche strutturali o funzionali dell’apparato neuro-muscolo-scheletrico che, nel caso specifico, si traducono in plantari e rialzi per il trattamento dei disturbi del piede.
Sulla questione si era già pronunciato, nel 2004 il Tar del Lazio. Con la sentenza n. 11517 in materia di competenze del tecnico ortopedico e del podologo, i giudici avevano ribadito come la metodologia censurata nel caso (il baropodometro) fosse “un pezzo complementare a un iter che passa attraverso una diagnosi e una prescrizione del medico specialista per ogni tipologia di menomazione”.
Chiesto il parere al Consiglio superiore di sanità, quest’ultimo si pronuncia il 18 ottobre 2011, chiarendo che “l’ortesi del piede è fabbricata sulla base della prescrizione di un medico debitamente qualificato o da un podologo”. Si autorizza così il podologo a prescrivere il dispositivo medico.
La decisione non piace ai tecnici ortopedici che sollecitano ulteriori chiarimenti al ministero, sottolineando anche alcune perplessità sulla corretta interpretazione del parere del Css. L’organo di consulenza del ministero della Salute, infatti, in un altro passaggio del parere, sembrerebbe smentire la possibilità dei podologi di effettuare prescrizioni o almeno di volerne limitare lo spettro di applicazione.
Riferendosi ai disturbi del piede il Css afferma che questo disturbo “può dipendere sia da cause intrinseche (patologie interne al piede, di natura congenita o acquisita) che da cause estrinseche (patologie strutturali e/o funzionali del rachide lombare, dell’anca e del ginocchi ecc.). Nel secondo caso la competenza è affidata al “medico specialista, con eventuale coinvolgimento di figure sanitarie di area tecnico-assistenziale e/o area tecnico riabilitativa”. Nel primo caso, invece, quello per “cause intrinseche, il Ccs ritiene che la competenza, “se il trattamento è incruento”, debba essere del podologo, che “lo stesso possa prescrivere e trattare il piede doloroso per cause intrinseche con ortesi finalizzate alla soluzione del problema e che il tecnico ortopedico possa realizzare tali ortesi su prescrizione medica”.
Se dunque appare chiaro che la fabbricazione del dispositivo spetti al tecnico ortopedico, meno chiaro è se il tecnico ortopedico debba agire solo sulla base della prescrizione rilasciata dal medico o anche della prescrizione a firma del podologo, che comunque viene autorizzato a prescrivere l’ortesi. In ciascuno dei casi citati resta inoltre da capire a quale professionista sia affidata la diagnosi.
Insomma una querelle tutta da chiarire sulla quale il sipario è tutt’altro che calato, anche se da parte del ministero la questione si vorrebbe chiudere. “Rispetto al parere del Css non abbiamo nulla da aggiungere”, avrebbe infatti risposto la direzione generale competente del ministero alle numerose sollecitazioni dei tecnici ortopedici.
20 luglio 2012
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