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Dalle AFT al Ruolo unico. Ecco la sintesi del nuovo articolato


05 DIC - Qui di seguito in sintesi l'articolato proposto dalla Sisac:
 
Le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT)
Le AFT sono forme organizzative mono-professionali che perseguono obiettivi di salute e di attività definiti dall’Azienda. Esse condividono in forma strutturata obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale, linee guida, audit e strumenti analoghi. La AFT garantisce l’assistenza per l’intero arco della giornata e per sette giorni alla settimana ad una popolazione non superiore a 30.000 abitanti ed è costituita da medici di cure primarie operanti sia a ciclo di scelta che su base oraria.

I compiti essenziali della AFT sono:
a) assicurare l’erogazione a tutti i cittadini che ad essa afferiscono dei Lea, inclusa l’assistenza ai turisti;
b) realizzare nel territorio la continuità dell’assistenza, estesa all’intero arco della giornata e per sette giorni alla settimana, per garantire una effettiva presa in carico dell’utente, anche in collegamento con la rete del Numero Unico Europeo 116117;
c) sviluppare la medicina d’iniziativa anche al fine di promuovere corretti stili di vita presso tutta la popolazione;
d) garantire la continuità dell’assistenza anche mediante l’utilizzo della ricetta elettronica dematerializzata e il continuo aggiornamento della scheda sanitaria individuale informatizzata e del Fse;
e) promuovere l’equità nell’accesso ai servizi sanitari, socio-sanitari e sociali nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza;
f) contribuire alla diffusione e all’applicazione delle buone pratiche cliniche sulla base dei principi della evidence based medicine, nell’ottica più ampia della clinical governance;
g) promuovere e diffondere l’appropriatezza clinica e organizzativa nell’uso dei servizi sanitari, anche attraverso procedure sistematiche ed autogestite di peer review;
h) promuovere modelli di comportamento nelle funzioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione ed assistenza orientati a valorizzare la qualità degli interventi e al miglior uso possibile delle risorse quale emerge dall’applicazione congiunta dei principi di efficienza e di efficacia;
i) garantire il raccordo con il sistema di emergenza urgenza.
 
Tutti compiti da realizzare secondo il modello organizzativo regionale, attraverso:
a) il concorso alla realizzazione degli obiettivi del Distretto di riferimento; 11/127
b) il processo di valutazione congiunta con il Distretto dei risultati ottenuti e la socializzazione dei medesimi anche attraverso audit clinici ed organizzativi;
c) la partecipazione a programmi di aggiornamento/formazione e a progetti di ricerca concordati con il Distretto e coerenti con la programmazione regionale e aziendale e con le finalità di cui al comma precedente;
d) il pieno raccordo con la UCCP di riferimento, alla quale la AFT e i suoi componenti si collegano funzionalmente, integrando il team multi-professionale per la gestione dei casi complessi e per specifici programmi di attività
 
Obiettivi e parte variabile. Le attività, gli obiettivi ed i livelli di performance della AFT sono parte integrante del programma delle attività territoriali del Distretto. Tra gli obiettivi va incluso anche il grado di integrazione dei medici delle AFT con il personale operante nelle UCCP. La valutazione dei risultati raggiunti dalla AFT, secondo indicatori stabiliti negli Accordi Integrativi Regionali, costituisce la base per 38/133 l’erogazione della parte variabile del trattamento economico dei medici componenti la stessa AFT. 10. Il funzionamento interno della AFT è disciplinato da un apposito regolamento definito a livello aziendale, sulla base della programmazione regionale.

 Il referente della AFT. I medici componenti individuano al loro interno un referente ed il suo sostituto. I medici proposti devono essere disponibili a svolgere tale funzione, garantendone la continuità per una durata non inferiore a tre anni e mantenendo invariato l’incarico convenzionale in essere.

Ruolo Unico del medico di medicina generale. La nuova bozza prevede che la medicina generale sia divisa in 4 settori: a) cure primarie (dove conclusioni i medici a scelta e a ore); b) medicina dei servizi territoriali; c) emergenza sanitaria territoriale; d) assistenza negli istituti penitenziari
 
Rapporto ottimale. L’articolato indica il rapporto ottimale dei medici di cure primarie, emergente dalla combinazione dei rapporti ottimali definiti ai sensi dell’ACN 23 marzo 2005 e s.m.i. per l’attività a ciclo di scelta (1:1.000) ed oraria (1:5.000) e si esprime una proporzione in misura di 5 a 1. Saranno poi gli Accordi Integrativi Regionali a determinare i valori del rapporto ottimale dei medici di cure primarie a ciclo di scelta, con possibile variazione in aumento del 30%, e a rapporto orario, con possibile variazione in diminuzione o in aumento del 30%, tenuto conto, in particolare, delle caratteristiche demografiche, delle peculiarità geografiche del territorio e dell’offerta assistenziale.

Orari studi medici a ciclo di scelta. L’orario giornaliero di apertura dello studio è concordato dal medico con il referente di AFT al fine di garantire la continuità dell’assistenza dal lunedì al venerdì, nella fascia oraria 8,00-20,00, con alternanza di apertura al mattino e al pomeriggio, con orario settimanale non inferiore a:  5 ore fino a 500 assistiti;-  10 ore da 501 a 1.000 assistiti;-  15 ore da 1.001 a 1.575 assistiti.- Fermo restando il debito orario minimo, il medico è tenuto a garantire le ore definite dal referente di AFT per il completamento dell’orario di apertura degli studi necessario a garantire la continuità dell’assistenza.

Massimale. I medici di cure primarie iscritti negli elenchi possono acquisire un numero massimo di scelte pari a 1.575 unità, incluse le ricongiunzioni familiari di cui all’articolo 34, comma 4. Eventuali deroghe al massimale possono essere autorizzate in relazione a particolari situazioni locali per un tempo determinato, non superiore comunque a sei mesi.
 
Attività a prestazione oraria del medico di cure primarie a ore. Qui una delle più grosse novità. Il medico di cure primarie ad attività oraria fornisce prestazioni ambulatoriali e domiciliari al fine di contribuire alla continuità dell’assistenza per l'intero arco della giornata. L'incarico di medico di cure primarie a rapporto orario è di 24 ore settimanali con possibilità di estensione fino al massimale di 38 ore. L'attività programmata e coordinata all'interno dell'AFT è prestata con flessibilità oraria ed articolazione dei turni funzionale all'assetto organizzativo territoriale, con un orario giornaliero minimo di 4 ore e massimo di 12.
 
In questo senso la nuova bozza prevede quindi una nuova rimodulazione per l’assistenza notturna. Scompare l’opzione rigida dell’assistenza notturna affidata all’emergenza-urgenza 118 salvo deroghe. Nel nuovo articolato vengono sostanzialmente previste 3 opzioni:
 
a) attivazione della Centrale Unica per la ricezione delle richieste da parte dei cittadini per le cure non urgenti;
 
b) attivazione di ambulatorio di continuità assistenziale h24 gestito da medici di cure primarie ad attività oraria integrati, ove necessario, con personale infermieristico, e ubicato, a seconda delle esigenze territoriali, presso una sede propria o in prossimità di un DEA di I° o II° livello (purché con percorso ben distinto e separato da quello dedicato all'emergenza);
 
c) attivazione del servizio di continuità assistenziale realizzato con i medici di cure primarie ad attività oraria, organizzato per fasce orarie che consentano una maggiore copertura del territorio in orario diurno e una ridotta presenza nell'orario notturno avanzato (ore 24.00 - 8.00), anche in funzione della necessaria integrazione con la rete degli studi di medicina generale per la copertura h24, disciplinato con protocolli condivisi con il sistema di emergenza-urgenza 118.
 

Trattamento economico e Fondo di AFT. Il trattamento economico del medico di cure primarie include il compenso per l’attività a ciclo di scelta e quello ad attività oraria.
 La retribuzione per l’attività a ciclo di scelta, al netto degli oneri previdenziali a carico dell’Azienda, si articola in:
A. quota capitaria per assistito, definita e negoziata a livello nazionale;
B. quota variabile, definita a livello nazionale e negoziata a livello regionale, finalizzata all'effettuazione di specifici programmi di attività per la promozione del governo clinico, allo sviluppo della medicina d'iniziativa ed alla presa in carico di pazienti affetti da patologia cronica;
C. quota per servizi, definita a livello nazionale e negoziata a livello regionale;
D. quota del fondo di AFT, definita a livello nazionale e negoziata a livello regionale;
E. quota per ulteriori attività e prestazioni, definita e negoziata a livello regionale.
 
Le quote B, C e D potranno rappresentare fino al 30% del totale della retribuzione di cui al presente comma e saranno finalizzate alle attività e agli obiettivi di livello regionale. Queste quote possono essere ulteriormente integrate con gli incentivi legati al trasferimento di risorse alla luce del perseguimento del riequilibrio di prestazioni ospedale-territorio derivanti da azioni e modalità innovative dei livelli assistenziali di cure primarie.
 
Tavolo di consultazione nazionale con le organizzazioni sindacali firmatarie che si riunisce almeno una volta l'anno, al fine di operare un confronto su assetto organizzativo dei servizi territoriali; b) principali attività degli stessi servizi; c) dimensione economico-finanziaria della loro gestione. Dal confronto potranno emergere proposte condivise per le quali la SISAC può farsi promotrice presso gli Organi preposti in sede di rinnovo contrattuale.

05 dicembre 2016
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