“Oltre 4.000 imprese e più di 111.000 lavoratori sono impegnati ogni giorno a far funzionare gli ospedali italiani rifornendo medici, tecnici ed infermieri del materiale necessario alla diagnosi ed alla cura degli italiani. Domani la neonata associazione PMI Sanità sarà in piazza per portare avanti le ragioni di lavoro, salute e libertà di migliaia di italiani. siamo contenti che sigle come Confindustria Dispositivi Medici si stiano unendo alla nostra visibile protesta! Siamo stati messi "ex lege" tra l'azione ed il baratro, non ci fermeremo”. Afferma Gennaro Broya de Lucia di PMI Sanità.
“La maggior parte di queste imprese – spiega - sono piccole e medie e di queste la quasi totalità sono italiane, impiegano lavoratori italiani e pagano le tasse in Italia. Se il payback dispositivi medici verrà effettivamente applicato, queste imprese saranno state costrette a vendere in perdita alla pubblica amministrazione e molte di queste falliranno o, nella migliore delle ipotesi, saranno costrette a ridimensionare drasticamente la propria attività anche licenziando parte del personale pur di ridurre i costi”.
“Per questo – prosegue -, oltre 100 piccole e medie imprese del settore si sono riunite in una nuova associazione che le possa rappresentare tutte dinanzi alle Istituzioni. L’associazione è nata dalla necessità di rappresentare queste imprese che, nelle attuali associazioni di categoria, non vengono adeguatamente tutelate vista la presenza invadente e preponderante delle grandi multinazionali. Questo missile nucleare chiamato payback sta per fare morti e feriti. I feriti sono le grosse aziende italiane e non che sposteranno ancora di più i loro asset all'estero; i veri morti oltre a quelli che ci saranno negli ospedali per mancanza di materiali sono le PMI Italiane! purtroppo non ci sarà alcuna legge poi che potrà riesumarli”.
In questo senso l’associazione PMI sanità chiede “un confronto urgente con il Governo al fine di poter discutere misure idonee ad eliminare il payback o, quantomeno a mitigarne gli effetti nel breve e medio periodo. In assenza, molte imprese del settore falliranno con conseguente (i) impossibilità di rifornire gli enti del SSN e pregiudizio del diritto alla salute degli utenti, (ii) crisi occupazionale e (iii) perdita di valore per il sistema-paese”.
“È necessario che PMI sanità, associazione che raggruppa esclusivamente le piccole e medie imprese del settore, abbia una rappresentanza diretta al tavolo di interlocuzione con il Governo, perché, giova ribadirlo, queste imprese non si sentono rappresentate dalle altre associazioni di settore già esistenti a livello nazionale. Chiede infine che chiunque oltre al signor Eugenio Giani, nell'esercizio delle sue funzioni pubbliche sostenga la necessità di questa norma e pertanto il conseguente fallimento di centinaia di realtà produttive italiane, si dimetta immediatamente dall'incarico ricoperto in quanto sta palesemente tradendo il mandato elettorale ed il necessario rapporto di fiducia e rappresentanza con il popolo italiano”, conclude.