Parodi (Enpam): “Riusciremo a trovare un accordo”
25 DIC - Presidente della Fnomceo dal 1977 al 1992, presidente della Fondazione Enpam dal 1993 (“mi ci mise Amato”), eurodeputato e parlamentare italiano, Eolo Parodi è una parte importante della storia della professione medica in Italia. A lui chiediamo di spiegarci come, in una prospettiva "storica", in inseriscano gli ultimi provvedimenti che la manovra economica ha riservato alle Casse di previdenza.
Presidente Parodi, come commenta gli interventi contenuti nella manovra economica di fine anno?
Lo dico con molta franchezza: se fossimo senza una lira non ci guarderebbero nemmeno in faccia. In fondo questo dimostra che abbiamo lavorato bene, abbiamo fatto l’interesse dei medici. Quando diventai presidente dell'Ente, mi ci mise Amato, c’erano 200 miliardi di debiti, mentre oggi ci sono più di 11 miliardi di euro di patrimonio.
Sa, io sono genovese, capisco la voglia di prendersi tutti gli Enti. Ma anche se facessero questo non avrebbero risolto il problema.
Cosa pensa della richiesta di portare l’equilibrio di bilancio in una proiezione a 50 anni?
La tutela dei 50 anni mi fa anche un po’ ridere: tra 50 anni c’è da chiedersi se ci sarà ancora l’Italia!
Ma noi siamo pronti anche a questo, perché è stato fatto un lavoro eccezionale, da parte di Oliveti e di tutto lo staff. Però devono lasciarci lavorare. Vadano a vedere quanti titoli di Stato ha preso l’Enpam e quanti ne hanno presi gli altri.
Quanti titoli di Stato possiede oggi l’Enpam?
Quasi due miliardi di euro in titoli di Stato. Abbiamo dato una mano ogni volta che c’è stato bisogno. Ci siamo dimostrati utili per il sistema Italia. E possiamo aiutare ancora.
Durante la sua lunga presidenza cosa ha visto cambiare?
È cambiato totalmente lo scenario. Quando sono arrivato all’Enpam eravamo in allarme per la pletora medica, tanto che Le Monde uscì con un titolo che annunciava 200mila medici italiani alla frontiera con la Francia. Quell’allarme era sbagliato e oggi, invece, mancano 45mila medici.
Perché pensa che si sia arrivati a questa carenza di medici?
Fare il medico è una professione fantastica, che sceglierei nuovamente, ma certo oggi è meno redditizia.
In una prospettiva più generale, crede che sarà necessario fare interventi importanti sul servizio sanitario?
Penso che noi abbiamo uno dei migliori servizi del mondo, ma certo è costoso e forse bisognerà introdurre più regole. Anni fa feci una relazione su questo tema al Meeting di Rimini. Il titolo era: Una società senza regole, quale futuro?
Che cosa intende?
Credo che ci voglia una educazione scientifica, ambientale, sessuale e medica. Noi siamo pronti a dare una mano in questo, per responsabilizzare i cittadini.
Il Governo ripete che la manovra era necessaria. Lei cosa avrebbe fatto?
Io avrei fatto una patrimoniale, che probabilmente avrebbe risolto in un modo più chiaro. Così invece ci sono tanti canali, tasse sulla casa, sulla benzina, sul commercio, che colpiscono e “rompono le scatole” a tutti e anche ai ceti più deboli, ai “miei” operai di Sestri Ponente.
Crede che ci siano margini per correggere le norme che colpiscono le Casse di previdenza?
Sì, c’è più margine a fare l’accordo che a non farlo. Questo è l’obiettivo delle persone serie. Se poi le cose andranno diversamente allora, come ho già fatto, organizzerò io un corteo di camici bianchi.
E.A.
25 dicembre 2011
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