I medici famiglia non sono tutti uguali, paghiamo di più chi merita
24 NOV - “Bisogna adottare una mentalità nuova in grado di archiviare, anche nella sanità, le vecchie logiche e valorizzando chi vale di più. I medici di famiglia non sono tutti uguali. La qualità del loro lavoro, come in altri settori, deve essere valutata, ‘pesata’ e riconosciuta, anche economicamente”.
È questa la sfida lanciata dal presidente della Simg Claudio Cricelli nel corso del Congresso nazionale a Firenze.
“Oggi in sanità – ha spiegato Cricelli – il merito non è premiato, eppure è un settore in cui è particolarmente importante, visto che in gioco c’è la salute dei pazienti. Ma il futuro ormai procede in questa direzione. Noi abbiamo la possibilità di misurare la qualità delle prestazioni, quindi anche di retribuirle di conseguenza”.
Per Cricelli “è finito il tempo dei contratti collettivi uguali per tutti”. E anche delle posizioni di privilegio legati all’età, con graduatorie che si basano all’anzianità.
“Se un giovane è più bravo – ha aggiunto Cricelli – deve poter passare avanti anche ad un anziano che non vale: i medici quindi devono essere valutati”.
E ancora, Cricelli ricorda anche la necessità di cambiare le regole della rappresentanza di categoria nelle contrattazioni, dando voce, ad esempio, anche alle società scientifiche, con la loro capacità di fornire strumenti di valutazione e ‘lettura’ della professione.
Tirando le somme, per Cricelli, così come la crisi economica ha cambiato le regole ed “esige che l’Italia esca cambiata da questa fase”, anche la professione medica “deve cambiare”. Un appello questo che il presidente Simg ‘girerà’ nel corso del congresso di Firenze, anche ai rappresentanti sindacali dei medici di famiglia, alla Fimmg in particolare, perché dalle parole si passi, anche nella prossima convenzione, ai fatti.
24 novembre 2011
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