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I chirurghi: "E ora una legge che regoli la lite temeraria"


29 DIC - Si è appena festeggiato il 40° del SSN, elencandone criticità e successi, legati sia al “sistema” che agli operatori. Il numero degli operatori sanitari è diminuito, la loro età media è cresciuta, il loro contratto non viene rinnovato da 10 anni, ma essi continuano ad offrire al pubblico, agli utenti, a tutti noi, un servizio considerato, ancora, uno dei più validi al mondo! Abbiamo appena finito di enfatizzare l’aumento del numero delle “aggressioni” ai medici.
 
Ed ora siamo costretti ad assistere, ancora, perfino nel servizio pubblico, al riprendersi (ma si era mai interrotta?) di una campagna denigratoria e diffamatoria sul tema della cosiddetta “malasanità” che già tanti danni ha creato sia dal punto di vista della credibilità del sistema cha da quello dei singoli operatori con un grave danno economico (e sanitario) irrisolto per effetto della “medicina difensiva”. Risulta evidente che per le associazioni legali si tratta di un business di successo e che esse sono attualmente libere di speculare investendo in pubblicità. Ma qui è in gioco il SSN e non si deve confondere quella possibilità di lucrare con l’incitamento alla denuncia nei confronti dei sanitari (rei, spesso, di essere incorsi in routinarie complicanze non errori|), ovviamente senza il rischio di perdere denari, anzi.
 
Il Collegio Italiano dei Chirurghi rappresenta la quasi totalità delle Società Scientifiche della Chirurgia per oltre 50.000 specialisti e, in questi anni, ha svolto una intensa attività, partendo dalla condivisione della Legge 24 sulla Responsabilità Professionale, allo scopo di ridurre le distanze tra operatori ed utenti, migliorandone i rapporti attraverso incontri e collaborazioni, evidenziando, ove possibile, limiti e criticità.
 
Il CIC oggi è indignato ritenendo immorale che, per tale campagna, perfino una Televisione pubblica abbia dato credito ad un tipo di comunicazione lesiva per l’intera categoria dei professionisti sanitari che si adopera quotidianamente e senza sosta per la salute dei cittadini, oltre che per l’intero SSN. Non riteniamo sufficiente che la RAI abbia sospeso, temporaneamente, la trasmissione dello spot in quanto, in tale condizione, questo genere di pubblicità non subirà freni.
 
Il CIC richiede e propone ai Ministri della Salute e della Giustizia ed ai Parlamentari sensibili al miglior funzionamento del nostro SSN l’emanazione di una Legge che regoli, finalmente, la “Lite Temeraria”. il CIC reclama infine la possibilità di replica alle informazioni lesive contenute nello spot trasmesso.


Il Collegio italiano dei chirurghi

29 dicembre 2018
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