Ticket. Spunta proposta "shock": 5 miliardi in più a carico dei cittadini. Ma Balduzzi smentisce
Al termine di un incontro al Ministero della Salute, i senatori Tomassini e Marino parlano di due nuove proposte per i ticket. Franchigia per tutti o ticket in base a sei fasce di reddito, con aggravi pesantisimi per i cittadini. Ma Balduzzi smentisce: "Erano vecchie ipotesi del precedente Governo".
13 GIU - Nell'arco della mattinata sono circolate voci autorevoli su due proposte allo studio del Ministero della Salute che hanno creato un forte allarme sulla questione ticket. Una vera rivoluzione del sistema, con aggravi pesanti per i cittadini pari a circa 5 miliardi di euro in più a loro carico da qui al 2014. Poi la smentita di
Balduzzi che liquida le voci come "ipotesi destituite di ogni fondamento operativo". Ma cosa è succeso realmente? Tutto inizia con le dichiarazioni di due autorevoli esponenti parlamentari: il senatore
Antonio Tomassini (Pdl), presidente della Commisione Igiene e Sanità e
Ignazio Marino (Pd) presidente della Commissione d'inchiesta sul Ssn.
I due, sollecitati dai giornalisti ai margini della presentazione del Rapporto Ceis, svelano infatti di un incontro svoltosi poco prima presso il Ministero della Salute, cui hanno partecipato anche altri esponenti istituzionali, dove sono state illustrate due proposte di riformulazione dei meccanismi di compartecipazione alla spesa sanitaria. Obiettivo, quello di risparmiare cinque miliardi di euro fra il 2012 e il 2014. Le due ipotesi prevederebbero o una franchigia su tutte le spese sanitarie calcolabile dal 7 al 9 per mille, oppure la creazione di sei fasce di reddito (6.000, 12.000, 18.000, 30.000, 40.000 e oltre 40.000 euro), di cui solo la prima esente da ticket. In questa seconda ipotesi, dai 12 mila euro in su si inizierebbero a pagare 1 o 2 euro sui farmaci, da 10 a 180 euro sui ricoveri in day hospital e da 10 a 200 euro per i ricoveri ordinari.
Terminata la riunione, e lette le prime agenzie con le dichiarazioni dei due senatori, è arrivata però una netta
smentita del Ministro della Salute. “In riferimento alle notizie divulgate dalle agenzie di stampa circa la riforma dei ticket - si legge in una nota - il ministero della Salute precisa che si tratta di ipotesi destituite di ogni fondamento operativo". “Sono ipotesi che gli Uffici tecnici del ministero avevano formulato prima del giuramento dell'attuale Governo", e che il ministro della Salute "ha rifiutato di prendere in considerazione fin dall'inizio del suo mandato”. “Il ministero della Salute - conclude la nota - fa rilevare che è perfettamente inutile ogni speculazione politica”.
E allora perché illustrarle ai parlamentari e agli altri convenuti all'incontro? Mistero. Ma vediamo comunque cosa avevano detto Tomassini e Marino? “Nessuno può negare che si debbano recuperare 5 miliardi'' ma ''dobbiamo essere sufficientemente lungimiranti da pensare a percorsi alternativi rispetto a interventi rozzi da chirurgia di guerra improponibili in questo momento”, sottolineava stamattina
Tomassini, che aggiungeva: “Credo che non possiamo essere disponibili a nessuna strada impositiva” che “sarebbe gravissima in questo momento”.
La riunione sul tema della compartecipazione alla spesa sanitaria di questa mattina al ministero, ci ha detto invece
Marino, “ci è stata presentata come un seminario di studio sui 'sentimenti' che queste proposte suscitavano negli astanti. Sentimenti fortemente negativi, almeno da parte di chi ha cariche elettive in Parlamento. Chi ha la responsabilità del dicastero della Salute dovrebbe mettere al centro la persona, non le richiesta del ministero dell'Economia. La Salute ha la stessa importanza dell'Economia o della Difesa”. “E lo dico – ha concluso Marino - perché nel frattempo non ho ancora sentito che si stia per presentare in Parlamento un decreto per annullare l'acquisto degli F35, che da soli valgono 15 miliardi di euro”. Si tratterebe di ipotesi, dice ancora Marino, anche in conflitto “con l'articolo 32 della Costituzione che garantisce l'accesso alle cure gratuite per gli indigenti”. “In molte delle proposte che abbiamo ascoltato con sincero sbigottimento oggi - aggiunge Marino - anche fasce di reddito estremamente basse, parliamo di 12 mila euro l'anno, dovrebbero pagare un ticket per i farmaci e un ticket per il ricovero in day hospital o per il ricovero ordinario”. Credo – concludeva, prima della smentita di Balduzzi, il senatore Pd - che in un Paese dove ancora c'è uno sperpero di risorse la questione sia condurre il sistema a diventare un sistema economicamente efficiente, non dire, come governo, non siamo in grado di rendere efficiente il sistema, quindi aumentiamo le tasse. E' incomprensibile come questioni così rilevanti vengano affrontate con l'idea che l'obiettivo sia risanare un conto di 5 miliardi di euro”.
Duro anche il commento del
governatore del Veneto Luca Zaia: “Ci siamo trovati di fronte a ciò che ritenevamo impensabile perfino per questo Governo: la dichiarazione di fallimento dello Stato e l'intenzione di portare la rivolta sociale sul territorio, arrivando a chiedere anche centinaia di euro per chi sta così male da doversi ricoverare”.
“Il ministro – ha spiegato Zaia - ci ha messo di fronte ad un bivio: o accettiamo la logica di ticket insostenibili, o ci sorbiamo una suddivisione degli italiani in inaccettabili fasce sociali. Se passa la prima, aumentiamo l'onere fiscale a proporzioni inique per troppa gente, a cominciare dalle fasce più deboli della popolazione; con la seconda via, invece, apriremo la strada ad una società che rischierebbe di premiare la furbizia”. “Prendo atto – ha proseguito il governatore - che ancora una volta il Governo si dimostra sordo, cieco e indifferente rispetto alla proposta, quella avanzate dal Veneto e da varie Regioni, in cui sarebbe anche stato possibile accettare un taglio dei fondi in cambio di un aiuto volto alla riduzione dei costi. Il governo dimostra di non aver certo a cuore la salute degli italiani, e lo dimostra ponendosi come fiero avversario di ogni amministrazione virtuosa”. “Il mio primo compito come presidente del Veneto e dei veneti – ha concluso Zaia – è quello di difendere i nostri cittadini. Nessuno s'illuda quindi che rimarremo inerti di fronte a questo tentativo di scempio della sanità universalistica, contro il quale metteremo in atto ogni forma di opposizione possibile, per evitare che il disegno possa concretizzarsi”. Cosa che forse potrebbe realizzarsi visto che il Ministro della Salute ha smentito tutto.
13 giugno 2012
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