Covid. Rt scende a 0,98. Trento, Marche e Veneto vanno in arancione e altre 9 regioni restano rosse minimo fino al 13 aprile
di L.F. e G.R.
Per Campania, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta non si segnalano miglioramenti e molto probabilmente si dovrà aspettare ancora il monitoraggio della prossima settimana per poter verifcare l'uscita dalla zona rossa. “I dati di incidenza e trasmissibilità, seppure in lieve decremento, uniti al forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione”. IL REPORT
02 APR - Anche questa settimana l'indice Rt a livello nazionale fa segnare un miglioramento e scende finalmente sotto la soglia d'allarme dell'1 assestandosi a 0,98. E per Marche, Veneto e Pa Trento che vedono la loro incidenza settimanale scendere sotto i 250 casi per 100 mila abitanti dal 6 aprile si aprono le porte della zona arancione dato che hanno registrato minimo due settimane consecutive con scenario e livello di rischio compatibile con la zona arancione. Nonostante ciò, l'Italia anche dopo Pasqua resterà per 9 regioni colorata di rosso a causa di un'incidenza ancora alta: 232 casi settimanali ogni 100mila abitanti contro i 240 della scorsa settimana. Valore ancora lontano da quei 50 casi che secondo il Cts possono far riprendere a funzionare il tracciamento dei positivi.
Questo l'esito del monitoraggio settimanale (22-28 marzo) della Cabina di regia riunitasi questa mattina cui seguiranno le ordinanze che saranno firmate dal Ministro della Salute, Roberto Speranza.
In Campania,Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia,Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta non si segnalano miglioramenti e molto probabilmente si dovrà aspettare ancora il monitoraggio della prossima settimana prima di poter verificare l'eventuale uscita dalla zona rossa.
Abruzzo, Basilicata,Lazio, Liguria, Molise, PA Bolzano, Sardegna, Sicilia e Umbria confermano la zona arancione.
“Si osserva – si legge nel report - una lieve riduzione di incidenza a livello nazionale che rimane comunque alta insieme ad una decrescita dell’indice di Rt sotto il livello di 1. Allo stesso tempo la circolazione di varianti a maggior trasmissibilità è largamente dominante nel Paese il che indica la necessità di non ridurre le attuali misure di restrizione. I dati di incidenza e trasmissibilità, seppure in lieve decremento, uniti al forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali accompagnati da puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione. Si ribadisce, anche alla luce della ormai ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità”.
La sintesi
Complessivamente il rischio epidemico si mantiene a livelli elevati con sei Regioni (Calabria, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Toscana e Veneto) che hanno un livello di rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020. Tredici Regioni/PPAA hanno una classificazione di rischio moderato (di cui sette ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e una Regione (Basilicata) e una Provincia Autonoma (Bolzano) hanno una classificazione di rischio basso. Undici Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, due Regioni (Campania e Valle d’Aosta) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3. Sei Regioni hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno.
Rimane alto il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (14 Regioni/PPAA vs 12 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica (41% vs 39% della scorsa settimana). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è ancora in aumento da 3.546 (23/03/2021) a 3.716 (30/03/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è anche in aumento e sopra la soglia critica (44%) con un aumento nel numero di persone ricoverate in queste aree: da 28.428 (23/03/2021) a 29.231 (30/03/2021).
Tutte le Regioni/PPAA, tranne nove, hanno riportato allerte di resilienza. Quattro di queste (Calabria, Emilia-Romagna, Puglia e Veneto) riportano molteplici allerte di resilienza.
In diminuzione il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (49.186 vs 53.837l) la settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in aumento (34,4% vs 33,8% la scorsa settimana). È, invece, in diminuzione il numero di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (41,5% vs 42,2%). Infine, il 24,1% attraverso attività di screening.