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Covid. Con rischio ‘alto’ si passa in zona arancione. Stop ad asporto per i bar dalle 18 e conferma divieto mobilità tra Regioni

di L.F.

Sono alcune delle misure che dovrebbero entrare nei prossimi provvedimenti del Governo (si parla di un Dl e un Dpcm) a partire dal 16 gennaio e che sono emerse durante il confronto tra l’Esecutivo e gli Enti locali. Bocciata l’ipotesi di zona rossa automatica se incidenza è superiore a 250 casi x 100 mila abitanti. A breve accordo con i medici di famiglia per somministrazione vaccini. Regioni chiedono una voce univoca da parte del mondo scientifico criticando le eccessive uscite sui media dei tecnici. E 3 Regioni chiedono che tutta Italia sia posta in zona arancione.

11 GEN - Se una Regione è a rischio ‘alto’ potrebbe passare direttamente in zona arancione a prescindere dall’indice Rt. È questa una delle proposte illustrate dal Ministro della Salute, Roberto Speranza durante il confronto con Regioni, Province e Comuni in vista dei prossimi provvedimenti del Governo (si parla di un Dl e un Dpcm) che conterranno le nuove misure di restrizione a partire dal 16 gennaio.
 
Sembra invece essere tramontata l’ipotesi caldeggiata dall’Iss che prevedeva l’ingresso automatico in zona rossa per le Regioni con un’incidenza settimanale superiore a 250 casi per 100 mila abitanti. “Il ministro Speranza con molta coerenza ha detto che l'incidenza è un fatto scientifico, ma funziona se tutte le Regioni fanno una percentuale di tamponi sulla popolazione uguale, non puoi paragonare l'incidenza con una Regione come la nostra che fa 60mila tamponi al giorno con altre perché così è difficile allineare i dati. Abbiamo chiesto che i dati siano uniformi altrimenti non si possono paragonare”, ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, in conferenza stampa. “Il Veneto ha i suoi problemi, ma questa roba dei numeri è una farsa - ha aggiunto - facciamo i tamponi e troviamo i casi, anche oggi abbiamo l'incidenza dell'8% e la media nazionale penso sia del 15%”.
 
Si conserverà invece il modello per fasce, con la conferma della misura inserita nell’ultimo Dl che prevede l’abbassamento soglie per entrare in una zona: RT 1 per arancione, 1.25 zona rossa”. Ma come dicevamo Speranza ha preannunciato che si sta pensando “di intervenire anche sugli indici di rischio anche per facilitare gli ingressi in arancione, ad esempio le Regioni a rischio alto”.
 
Altra novità è quella che prevede lo stop dell’asporto dalle ore 18 per i bar e i locali. “È una riflessione che stiamo facendo in queste ore. Purtroppo in alcuni casi attorno all'asporto poi si costruiscono assembramenti negli spazi antistanti. Ascolteremo il Cts, le Regioni, il Parlamento, ma non possiamo permetterci ancora aggregazioni di persone, siamo ancora in una fase epidemica. Il vaccino è la nostra luce, ma l'impatto reale del vaccino sull'epidemia ha bisogno ancora di tempo e non possiamo permetterci leggerezze”, ha dichiarato intervenendo su Rai Radio2 il ministro della Salute Roberto Speranza, al termine della riunione. “I comportamenti individuali sono decisivi, ma chi è al Governo deve trovare soluzione di governo, quindi misure che evitino queste situazioni", ha continuato il ministro della Salute: “Non mettiamo in contraddizione la questione sanitaria e quella economica, sarebbe una stupidaggine. Bisogna prima vincere la sfida sanitaria: è la prima mattonella per poter ricostruire il tessuto economico del Paese”. Sul punto il presidente dell'Anci Antonio Decaro ha chiesto il divieto possa valere solo per le bevande.
 
Verso la conferma la norma che prevede un massimo due persone a casa e anche lo stop alla mobilità tra le Regioni anche se di colore giallo. “Proporrei di tenere lo stop alla mobilità tra regioni, anche per le gialle”, ha aggiunto Speranza. Inoltre si sta ragionando dell'ipotesi di zone bianche bianca in presenza di soglie molto basse “per dare un segnale che il Paese sta facendo un lavoro che gli consentirà di entrare in una fase diversa in un tempo medio". Il ministro ha spiegato poi che "nella bozza non c'è il weekend arancione”.
 
Anche se Lombardia, Campania e Friuli Venezia Giulia avrebbero chiesto al governo che tutta Italia diventi un'unica zona arancione. La maggioranza dei presidenti, secondo quanto si apprende, avrebbero condiviso la necessità di mantenere le misure nelle prossime settimane ma Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga e Vincenzo De Luca avrebbero chiesto una linea di prudenza uguale per tutta Italia, con il paese in zona arancione ed eventualmente ulteriori strette in caso di peggioramento dei dati. Dai presidenti sarebbe poi arrivata al governo la richiesta di ristori certi per le attività che rimarranno chiuse.
 
Molto probabile anche una proroga alla chiusura delle stazioni sciistiche e del coprifuoco dalle 22 alle 5. E in tal senso il Ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia ha confermato che ci saranno ulteriori ristori per le attività colpite dalle chiusure. Inoltre, nei nuovi provvedimenti sarà prevista anche la zona ‘bianca’ per le Regioni che hanno un indice Rt inferiore a 0,5 e un’incidenza più bassa dei 50 casi x 100 mila abitanti.
 
Dalle Regioni è arrivata poi una stoccata ai tecnici. “Questa mattina – ha riferito Zaia - abbiamo fatto una videoconferenza importante con il governo, si è parlato delle classificazioni e tutti i miei colleghi condividono la strategia di dire che serve una voce univoca sulle misure. Non possiamo ritrovarci che l'Iss decide la colorazione in virtù di una serie di valutazioni e l'istante dopo ci sia un dibattito su tutto. Noi dobbiamo avere una fonte scientifica, non può andare a sentimento, ci vuole un punto di sintesi scientifico. Vedremo l'evoluzione”.
 
Infine annunciato anche che a breve i sindacati dei medici di famiglia saranno convocati per stipulare un accordo per il loro coinvolgimento nella campagna di vaccinazione.
 
L.F.

11 gennaio 2021
© Riproduzione riservata

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