Recovery Plan. Aaroi-Emac: “Non sono bastate due ondate Covid per capire che va cambiata rotta”
Il sindacato degli anestesisti scrive al Ministro della Salute, Roberto Speranza: “Quali che siano gli strumenti politico-finanziari che alla fine il Governo sceglierà, su cui non è nostro compito esprimerci, le chiediamo fin da ora di dare valore in maniera concreta al SSN Pubblico ed al sistema ospedaliero in particolare”.
09 DIC - “Abbiamo appreso con enorme stupore che nel Recovery Plan sarebbero destinati alla sanità soltanto 9 miliardi, ossia una percentuale minima rispetto alla cifra totale. Sarebbe incredibile che ancora una volta la sanità appaia agli ultimi posti, se un sottofinanziamento del SSN rispetto a tutti gli altri settori non fosse una costante che si ripete da anni e anni. Non è stata sufficiente una prima ondata pandemica, e nemmeno la seconda ondata a cui stiamo ancora assistendo, per far cambiare la rotta, per far capire che alla sanità non si possono lesinare risorse e che la sanità non è un costo, ma un investimento da perseguire promuovendo una governance del SSN efficace ed efficiente. Abbiamo apprezzato, quindi, il suo immediato intervento sulla stampa in cui chiarisce la necessità di aumentare i fondi previsti”. È quanto scrive il presidente dell’Aaroi-Emac,
Alessandro Vergallo in una lettera inviata al Ministro della Salute,
Roberto Speranza.
“Saremo al suo fianco – prosegue la missiva - , Ministro, nel chiedere di aumentare i fondi per la sanità, ma ancor più vorremmo essere al suo fianco per definire la destinazione delle risorse secondo un principio di appropriatezza che tenga conto di quanto accaduto in questi mesi in cui – come è evidente – il solo sistema ospedaliero, ed in pari misura il sistema di emergenza territoriale 118 laddove esso non è una mera fotocopia della cosiddetta “continuità assistenziale”, ha dimostrato la sua enorme resilienza, nonostante sia stato trattato regolarmente da Cenerentola. Per questo, Ministro, quali che siano gli strumenti politico-finanziari che alla fine il Governo sceglierà, su cui non è nostro compito esprimerci, le chiediamo fin da ora di dare valore in maniera concreta al SSN Pubblico ed al sistema ospedaliero in particolare”.
“In conclusione – afferma Vergallo - , siamo certi di non dirle niente di nuovo, sottolineando l’estremo disagio in cui lavora in questo periodo il personale sanitario che ancora una volta sta dando prova di forza e dedizione nei confronti dei pazienti con i pesanti sacrifici che sicuramente ben conosce. Non le nascondiamo che in periodi diversi, di fronte alle enormi criticità che quotidianamente riscontriamo, avremmo da tempo proclamato uno sciopero”.
“Non lo abbiamo fatto – conclude - solo perché è in corso un’emergenza sanitaria senza precedenti e perché ci aspettiamo risposte politiche concrete all’altezza di tali sacrifici, ma Le chiediamo di farsi interprete, presso le Istituzioni alle quali Lei stesso chiede di non trascurare la Sanità Pubblica, di questo nostro preavviso che ad emergenza finita, – allorquando ci verrà chiesto un ulteriore impegno per ridurre le liste d’attesa – qualora le risposte che chiediamo da tempo non fossero arrivate, la nostra categoria si farà sentire con proteste commisurate alla sordità che finora stiamo riscontrando”.
09 dicembre 2020
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