Dpcm. Fnomceo sta col Governo: “Ascoltate preoccupazioni medici”
L’Ordine approva il sistema delle fasce di rischio messo a punto dall’Esecutivo nell’ultimo Dpcm. “Diamo atto al Governo di aver tenuto in debito conto le preoccupazioni dei medici, che, ricordiamolo, rimangono molto forti anche nelle aree ‘gialle’. Ora più che mai, è necessario un monitoraggio costante e preciso della situazione, per individuare e arginare i nuovi focolai e le situazioni di criticità”.
05 NOV - “Provvedimenti opportuni, che vanno nella direzione giusta: quella della mediazione tra l’esigenza di non sfaldare il tessuto produttivo del Paese e quella di assumere provvedimenti più drastici laddove gli indicatori mostrino che il virus non è sotto controllo e i sistemi sanitari non siano in grado di reggere al suo impatto”. Così il Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo),
Filippo Anelli, commenta il nuovo Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, e la relativa ordinanza, firmata dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, che individua misure restrittive per le Regioni più a rischio.
“Diamo atto al Governo di aver tenuto in debito conto le preoccupazioni dei medici, che, ricordiamolo, rimangono molto forti anche nelle aree ‘gialle’ – continua Anelli -. Ora più che mai, è necessario un monitoraggio costante e preciso della situazione, per individuare e arginare i nuovi focolai e le situazioni di criticità”.
“Riponiamo la nostra piena fiducia nel Ministro dla Salute,
Roberto Speranza, affché adotti i provvedimenti più opporuni laddove la situazione epidemiologica dovesse peggiorare – aggiunge -. Inoltre, vanno pensati e messi a sistema interventi sull’organizzazione dei sistemi sanitari, per renderli flessibili e pronti a rispondere alla seconda ondata”.
“Invitiamo perciò a stabilizzare gli specializzandi degli ultimi due anni impiegati nell’assistenza; a rendere pienamente operative le Usca, in un momento in cui le persone in isolamento domiciliare sono quasi 419mila – auspica -. La gestione del territorio non può più essere affidata al singolo medico di famiglia: occorre rafforzare le microequipe, investendo risorse per permettere l’assunzione di infermieri e di personale amministrativo di studio, che possano affiancare sin da ora il medico di Medicina Generale”.
05 novembre 2020
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