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Croce Rossa. FpCgil: “Va potenziata, non distrutta” 


Il Sindacato lancia l’allarme. “Il Governo chiama riforma lo smantellamento della CRI. L’ente, qualora il progetto del Governo andasse in porto, verrebbe privatizzato: il personale di ruolo, civile e militare, messo in mobilità, i contratti dei precari messi in scadenza a fine 2013”. 

18 MAG - La riforma della Croce rossa, così come impostata dal Governo non piace alla Fp Cgil che attraverso una nota del segretario nazionale Salvatore Chiaramonte parla di “progetto sbagliato e dannoso”.
“Il Governo – afferma Chiaramonte - chiama riforma lo smantellamento della CRI. L’ente, qualora il progetto del Governo andasse in porto, verrebbe privatizzato: il personale di ruolo, civile e militare, messo in mobilità, i contratti dei precari messi in scadenza a fine 2013”.
“Questo – prosegue il sindacalista -  secondo i tecnici del Ministero della Salute, permetterebbe alla CRI di essere interamente gestita dai volontari e di decollare come associazione nel mondo del no profit”.
Ma a questo punto il segretario della Fp Cgil elenca tutte le attività svolte dalla Cri e si chiede se tutte queste attività possano essere gestite solo di volontari. “La CRI – specifica - gestisce il 50% del pronto soccorso in convenzione con il 118 in Lombardia, Piemonte, Trentino, Lazio, Val d’Aosta e Toscana. Nel Lazio gestisce un CEM, ovvero un Centro di Educazione Motoria unico in Italia e un Laboratorio Centrale con eccellenze scientifiche, il primo in accredito con la Regione Lazio, il secondo in convenzione con la ASL RMD. In Toscana gestisce un presidio di riabilitazione motoria tra i più funzionali del centro Italia, in accredito con la regione Toscana. In Campania un altro CEM in ristrutturazione. Collabora con le prefetture per molti CARA - Centri Assistenza Richiedenti Asilo - su tutto il territorio nazionale. È presente in decine di Comuni in convenzione sia per il 118 che per il trasporto infermi (portatori di handicap, dializzati, anziani, ecc.). Tutto questo può essere affidato al solo volontariato?”.

“Se fosse stato possibile – spiega Chiaramonte - , in aggiunta ai lavoratori a tempo indeterminato, non ci sarebbero gli oltre 1600 precari, personale professionalmente formato che concretamente porta avanti il servizio. Anziché stabilizzare i rapporti di lavoro e dare certezza ai dipendenti civili e militari, allo scopo di rendere al meglio il servizio ai cittadini, si vuol procedere con approccio aritmetico a un'operazione già tentata dal Governo Berlusconi e bocciata dal sindacato e dalle forze politiche. Operazione che non porterà al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione della CRI”.
 

18 maggio 2012
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